“Non faremo la fine di Coopsette“. Lo giurano i nuovo vertici della cooperativa Unieco , ex gigante delle costruzioni, e il nuovo direttore generale Alberto Franzone che da alcune settimane ha preso il posto di Antonio Barile, voluto a suo tempo dall’ex presidente Mauro Casoli in pensione dell’ottobre scorso.
Niente liquidazioni, dunque: l’azienda continuerà a operare sulla base di un nuovo piano industriale “lacrime e sangue” che sarà presentato a fine giugno con la firma, appunto, del direttore generale da poco insediato.
Un piano che di fatto prevede comunque un organico molto ridotto. Finiti i contratti di solidarietà, che avevano permesso di spalmare le riduzioni su tutti i lavoratori, da qualche giorno ben 150 dipendenti sono in cassa integrazione straordinaria a zero ore per dodici mesi, e senza prospettiva di rientro. In sostanza, 150 “esuberi” distribuiti – sottolineano in via Ruini – in modo omogeneo in tutti i settori, tra operai e impiegati e nelle varie sedi.
Il piano è stato annunciato dalla nuova presidente Cinzia Viani nelle assemblee bimestrali dei soci lavoratori. Insomma, per Unieco si apre una nuova fase di duri sacrifici, ma per scongiurare il declino e far ripartire una macchina che stava per affondare sotto il peso schiacciante di debiti per centinaia di milioni di euro: il bilancio 2014, ridimensionate le valutazioni di asset e del patrimonio, si era chiuso con 87 milioni di perdite, dopo i 58 di passivo registrati nei conti 2013.