Firenze – Hanno firmato tutti, sia Cgil-Cisl-Uil, sia l’Usb, che commenta: “Salvi tutti i posti di lavoro e tutelata anche la parte conomica”. L’accordo che potrebbe cambiare la situazione, sbloccandola, dei lavoratori di Unicoop Tirreno ha “preso vita” nella nottata di ieri.
“In particolare abbiamo chiesto che, qualora al termine del piano fossero ancora presenti esuberi di personale sia sulla sede sia sui negozi – spiega Francesco Iacovone, delegato dell’Usb – la cooperativa non procederà con licenziamenti unilaterali ma riaprirà il confronto con le organizzazioni sindacali”. Un punto su cui Unicoop Tirreno avrebbe messo “nero su bianco” la piena disponibilità. “Un risultato – commenta Iacovone – non da poco per quanto riguarda la tutela del lavoro”.
Un altro punto importante recepito dalla cooperativa è la diversa articolazione dei provvedimenti sul contratto integrativo aziendale, che dovrebbe ridurre nel complesso “l’intervento economico sui lavoratori, impostandolo su criteri di maggiore equità”.
L’ipotesi di accordo emerso dopo il recepimento di queste richieste portate avanti al tavolo di trattativa, contiene elementi che il sindacato ritiene “importanti a tutela dell’occupazione e dei salari”. Anche se, sottolinea ancora Iacovone, “sarà necessario non abbassare la guardia per quanto riguarda l’intera durata del piano triennale”.
Dunque, in sintesi l’accordo sottoscritto fra sindacati e cooperativa prevede, come si legge anche nella nota diffusa da Filcams Cgil, “la chiusura della procedura di mobilità con l’unico criterio della non opposizione al licenziamento; la garanzia di 36 mesi di ammortizzatori sociali e un intervento sull’accordo integrativo aziendale con misure economiche tutelative. Sulla contrattazione integrativa, sono state rispettate la proporzionalità e l’equità dell’intervento a tutela dei lavoratori: chi aveva di più paga poco, chi meno pochissimo, chi non aveva nulla dall’integrativo recupera qualcosa. L’occupazione è tutta salvaguardata attraverso gli ammortizzatori sociali”.
La vertenza si era presentata difficile fin dall’esordio, nel dicembre 2016, quando Unicoop Tirreno, che consta, come ricorda la nota della Cgil, di oltre 100 punti vendita fra Toscana, Umbria e Lazio con circa 4mila dipendenti, aveva annunciato un’operazione di “tagli” che prevedeva la chiusura di tredici unità produttive, la cessione di otto punti vendita e la recessione del contratto integrativo, mettendo a rischio 600 posti di lavoro.
Cinzia Bernardini, segretaria generale Filcams Cgil Toscana, commenta : “In Toscana lavorano i 2/3 del personale totale di Unicoop Tirreno, l’accordo è una soluzione sostenibile. Si tratta di un risultato positivo reso possibile grazie al sostegno dei lavoratori, dei delegati e dei funzionari nella complessa trattativa appena chiusa”.
L’accordo verrà ora illustrato nelle assemblee ai lavoratori e sottoposto al voto.