C’è anche l’Università di Modena e Reggio tra gli atenei italiani finiti nel mirino degli hacker. Secondo un comunicato diffuso via Twitter sono stati violati i database e rese pubbliche informazioni riservate su studenti e docenti. Una ventina le università coinvolte.
Non sono passate nemmeno 24 ore dagli arresti di presunti hacker italiani appartenenti alla rete internazionale Anonymous, che giunge sul web con un tweet, un “cinguettio” del celebre social network, una notizia bomba: “Bucati i database dei siti di 20 università italiane, ecco user e password”. I messaggio è seguito da un link per scaricare la cartella compressa “italian_universities_dump”, che a sua volta contiene 18 cartelle con sigle che identificano altrettante università italiane, fra le quali quella di Modena e Reggio Emilia (il file riporta unimo.it).
Al messaggio è accompagnata anche la rivendicazione che porta la firma LulzStorm, sigla dietro la quale si nasconderebbe un’organizzazione di hacker italiani. I pirati della rete si sono impadroniti di informazioni personali di studenti e professori: nelle cartelle relative ad alcune università compaio anche numeri di cellulari di alcuni studenti ed email corredate dalle relative password. In alcuni casi si tratta di informazioni di non particolare rilevanza ma nei casi più gravi c’è proprio tutto: nome, cognome, email, numero di telefono, indirizzo, password e codice fiscale.
Gli atenei attaccati, oltre a quello di Modena e Reggio, sono quelli di Siena (unisi.it), Salerno (unisa.it), la Sapienza (uniroma1.it), Antonianum (anotonianum.eu), Economia a Cagliari (econoca.it), Bari (uniba.it), Bocconi (unibocconi.it), Foggia (unifg.it), Messina (unime.it), Milano Bicocca (unimib.it), Urbino (uniurb.it), Bologna (unibo.it), Pavia (unipv.it), Seconda università di Napoli (unina2.it), Lecce (unile.it), Milano (polimi.it), Torino (unito.it).