Uncem al governo: “Inderogabile la riforma del catasto nazionale”

Firenze – Riforma del catasto inderogabile, incentivi nella rigenerazione urbana e riqualificazione del territorio, anche nelle aree rurali e montane. Uncem si unisce alla richiesta di Ance e Assoimmobiliare, trasmessa nei giorni scorsi al Governo, per individuare, nella prossima legge di bilancio, una fiscalità immobiliare per incentivare la rigenerazione urbana e la riqualificazione del territorio, anche nelle aree rurali e montane. Alle Regioni, Uncem ha proposto recentemente, di puntare, a livello urbanistico, su una pianificazione di territorio più forte, capace di superare i confini amministrativi comunali e, sul fronte architettonico, su costruzioni sempre più green e smart, puntando su certificazioni, alta qualità, biomateriali, sistemi antisismici, uso di legno locale per strutture, consumo di energia pressoché nullo, dunque sulla passività degli edifici. In queste ultime situazioni, possono essere previste premialità fiscali o anche, a livello comunale, su spazi e cubature. 

Uncem ritiene la riforma nazionale del catasto non più derogabile. Allo stesso tempo, la rigenerazione non può essere solo urbana. Le aree rurali, con volumi e obiettivi molto diversi, possono contribuire al rilancio del sistema edilizio, anche grazie agli incentivi esistenti e da rilanciare. “Penso anche per queste nostre aree interne del Paese, inserendo specifici provvedimenti nella Strategia nazionale in corso, alla reintroduzione, almeno fino al 2020, della detrazione Irpef pari al 50% dell’Iva pagata per l’acquisto di abitazioni in classe energetica elevata – spiega Marco Bussone, presidente nazionale Uncem – all’estensione alle zone a rischio sismico 2 e 3 della detrazione Irpef 75%/85% del prezzo di vendita, fino a 96mila euro, per l’acquisto di case antisismiche da imprese di costruzione, all’aliquota Iva del 5% sugli interventi di adeguamento antisismico e di rimozione dell’amianto realizzati su edifici residenziali”. E ancora, alla stabilizzazione dell’attuale detrazioni Irpef del 50% per il recupero edilizio, evitando la riduzione dello sgravio al 36% prevista a partire dal primo gennaio 2019. “Abbiamo bisogno di una sinergia con Ance e Assoimmobiliare – prosegue Bussone – per dimostrare l’importanza, non derogabile, della riqualificazione. Aree urbane, città con le loro periferie, e zone montane, con i borghi sempre più oggetto di investimenti, di piccoli e grandi gruppi di investitori, privati e imprese che ridanno vita a pezzi di territorio da non considerare residuali, a vantaggio dell’intero sistema-Paese”.

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