Una voce nel tempo: le poesie di Dino Landi, poeta contadino

Buti (Pisa) – Dino Landi, 88 anni, esponente significativo di una plurisecolare schiera di poeti contadini, torna con una nuova raccolta di poesie Una voce nel tempo che è stata presentata a Buti nel settecentesco Teatro Francesco di Bartolo dal Prof. Luigi Puccini, dalla Prof.Daniela Bernardini, dal regista e autore teatrale Enrico Pelosini in un dibattito moderato dall’Ing.Gino Bernardini direttore del Centro Studi N.Caturegli.

Tra i temi di fondo che emergono da questo splendido libro di un poeta autodidatta : il cambio d’epoca a cui negli scorsi decenni abbiamo assistito. Può sembrare che il filo conduttore sia la nostalgia del passato ma non è così. Dino Landi valuta quello che di positivo c’è stato in questi cambiamenti.. ma niente può impedirmi –sembra dirci- che la voce del cuore mi riporti a quando conducevamo una vita più semplice, genuina specie nei piccoli centri di campagna oggi per assimilati ai modelli di vita delle città.

In questa società aggressiva (la violenza sulle donne ne è un vergognoso esempio) il poeta ricorda la timidezza dei “nostri” tempi quando con le ragazze i primi approcci cominciavano:

prima dell’or di notte per la via

le fermavi col core in confusione

d’ar capo ai piedi ti sentii trema’…

Poi Landi dedica versi importanti all’orrore delle donne uccise. Perché queste poesie, con le incursioni nel passato, colgono problemi di attualità come il degrado ambientale.

Un secondo motivo è quell’amore per la campagna che deriva dagli anni in cui il poeta- contadino che curava con amore il podere viveva a contatto con la natura e quando parla dei suoi monti, del suggestivo paesaggio collinare , delle proprietà delle erbe il cuore gli si allarga; per stringersi di nuovo quando descrive l’abbandono delle campagne, i poderi incolti le sterpaglie che ricoprono oliveti dove si produceva quell’ olio che D’Annunzio chiamò “soave”. Per ironia della sorte, la crisi dell’olivicoltura è stata seguita, a distanza di alcuni decenni, dalla consacrazione dell’olio d’oliva come “oro verde” in campo mondiale.

Il variare delle stagioni è colto in una dimensione intimistica, più riposta: ad esempio, dell’estate il poeta descrive le ore serali quando:

Dopo un tramonto estivo è tanto bello

Nella campagna all’aria aperta uscire

Dell’autunno, il periodo della svina quando di vinacce l’odori i giorni profumano.

L’inverno, invece, diviene specchio di sentimenti opposti:

Ora il tuo vento più non mi travaglia,

sono protetto da scaldate mura,

ma sento un altro vento, ed ho paura…

“un vento che trafora ogni muraglia”…

Il terzo fil rouge è quello dell’arguzia toscana che era un elemento distintivo della nostra regione ma che oggi è sempre più difficile cogliere. Questa arguzia consente a Landi di operare cambiamenti di tono, di uscire dall’elegia attraverso una benevole ironia. Infatti descrive gustosi episodi in un’atmosfera fuciniana, ma che, in versi densi di humor, ci regalano colpi di scena di spassose battute di caccia o quando domanda al fidanzato di una ragazza poliglotta: Come farai se parla sette lingue? A volte per le donne è troppa una!” Oppure i rapporti con la pubblicità telefonica o l’esilarante “A Rota quando ci arrivò la luce”.

dino-landi

Queste battute scherzose sono un sapiente colpo d’ala per evitare che le venature nostalgiche si tramutino in malinconia. Così afferma icastico “la vecchiaia non è una barzelletta” e scrive in “Succede a tanti con la moglie”

Arriva lei, e con voce ardita

Che hai fatto!..guarda che fornello!

C’è la polvere alta quattro dita

Io gli rispondo: “ scusa colonnello”

……………………………

Allor gli dico: pensa all’emozioni

Di quell’amor che ambedue ci prese

E prima del sì davanti a Don Cascioni

“Perché non mi mandasti a quel paese”?

Daniela Bernardini e Luigi Puccini hanno scritto che lo scenario delle colline butesi visto da Panicale basso per Dino Landi, da giovane, rappresentava una finestra sul mondo , verso luoghi condivisi dalla comunità … mentre nelle poesie più recenti Landi non si affaccia più sul mondo agreste ma continua ad ammirare silenziosamente la natura, a ricordare i mulini, il leccio secolare e altri luoghi ormai scomparsi rievocati in Una notte alla finestra.

Landi è anche autore significativo di Maggi drammatici . E Una voce nel tempo di cui sono onorato di aver scritto una prefazione, esprime anche un’ identità culturale s’inscrive in una fiorente tradizione poetica iniziata con il celebre poeta-pastore Pietro Frediani all’inizio del XIX secolo e con una ininterrotta produzione di Maggi e di canti in ottave.

questa valle è la culla dei poeti”.

E tra le poesie di questa raccolta non manca un omaggio al fratello Nello, poeta autore di Maggi e maestro dell’ottava rima di fama nazionale.

 

 

 

 

 

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