L’imposizione locale è salita del 22% solo negli ultimi tre anni raggiungendo livelli “non più sostenibili” secondo la Corte dei Conti, a causa dei progressivi tagli del Governo agli enti locali. Ed anche la nostra provincia è perfettamente in linea col dato medio. Dai 505 euro pro capite del 2011, siamo ai quasi 620 nel 2014. E in proporzione pagano più pressione fiscale i comuni medio-piccoli. L’effetto dei tagli da compensare con altre entrate, di fatto vanifica lo sbandierato taglio delle tasse di cui si vanta l’esecutivo dell’attuale premier Matteo Renzi. In realtà, come tutti si accorgono, i balzelli continuano ad aumentare. I governi passano, le tasse restano, anzi aumentano.
Il tema è dunque quello di rappresentare i cittadini pur senza più o quasi il becco di un quattrino. Difende per questo l’operato dei sindaci reggiani coordinatore provinciale Anci Oreste Zurlini che è il sindaco di San Martino in Rio. “Non ci siamo pianti addosso – dice – ma abbiamo progressivamente tagliato le spese e puntato sul volontariato. Per Zurlini i servizi sarebbero rimasti immutati in tutta la provincia e le aliquote fissate al tetto più basso possibile. Dato, specie quest’ultimo, assai contestabile basti guardare al recente caso Campegine-Coopsette.
La proposta che arriva da Reggio sul tavolo del Governo è quello simile che piove da altre parti d’Italia: distinguere i comuni virtuosi da quelli inefficienti e dare vita ad un’unica tassa locale che permetta di chiedere ai cittadini quello che vien loro restituito in servizi.