Cara Anna ti scrivo: il mittente è il sindaco di Bologna Matteo Lepore, la destinataria invece è la presidente dell’Anpi provinciale Anna Cocchi. Il contesto storico locale, la vigilia della ricorrenza dell’ingresso a Bologna delle truppe alleate, 21 aprile ’45, il contesto internazionale invece l’aggressione della Russia all’Ucraina, guerra unilaterale con fisiologica difesa di uno Stato sovrano con governo democraticamente eletto, giunta al 55esimo giorno.
Perché il primo cittadino si è sentito di scrivere alla leader in carica dell’associazione che porterebbe avanti i valori della Resistenza? Motivo ufficiale, scrive Lepore nella missiva, esprimere la solidarietà sua propria e dell’amministrazione per “i vergognosi e strumentali attacchi politici subiti dall’Anpi nelle ultime settimane”. Che sarebbero opera di chi vuole delegittimare e distruggere un patrimonio di valori che apparterrebbe solo a chi ha perso la vita per l’indipendenza e la dignità della patria.
Lepore si riferisce alla pioggia di critiche piovute appunto sull’Anpi nazionale di Gianfranco Pagliarulo per la presa di posizione contro eventuali bandiere Nato nelle manifestazioni del 25 aprile e contro l’invio di armi agli ucraini. In realtà pesanti critiche all’attuale gruppo dirigente nazionale Anpi, specie sulla mancata distinzione tra aggressore e aggredito, tra vittime e carnefici, sulla mancanza di riconoscere oggi i nuovi totalitarismi non sono arrivate solo da chi nei valori della Resistenza e della Costituzione non si è mai direttamente riconosciuto ma anche da un mondo, intellettuali, media, ex amministratori, politici e perfino istituzioni e organismi che si rifanno direttamente a quegli stessi valori, come ad esempio, le stesse associazioni partigiane cristiane oltre che istituti storici della resistenza di diverse province.
Lepore dà dunque e giustamente appuntamento per un abbraccio in piazza alla presidente Cocchi. Ma sarebbe altrettanto necessario che quella parte di Anpi che si richiama, 77 anni dopo, all’articolo 11 della nostra Costituzione, quello famoso sul ripudio della guerra, prendesse coscienza che uno degli ispiratori di quell’articolo fu il partigiano, poi politico, poi monaco Giuseppe Dossetti, teorizzatore anche della necessità della lotta armata contro l’invasore. Ammesso e non concesso che si riconosca in Putin un invasore a tutti gli effetti