Firenze – Dal 26 giugno torna la rassegna “ Teatri di Pietra 2023” una serie di spettacoli che da oltre vent’anni porta lo spettacolo dal vivo in alcuni dei più suggestivi siti archeologici e monumentali italiani .
La stagione 2023, che coinvolge Lazio, Toscana, Sicilia, Campania e Basilicata, ha inizio dalla Capitale, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma, con un ricco programma di danza, musica, teatro e scritture drammaturgiche inedite che raccontano il presente in luoghi dalla storia straordinaria, attraverso opere classiche e contemporanee.
Il tour inaugura il 26 giugno nella Villa di Livia con Opra prima, la rassegna di inediti per il teatro, che si apre con Sulle ginocchia di Ananke, storie di donne reali e contemporanee, seguita il 27 giugno da Guerriere in nome di.., dialogo tra Eris, dea della guerra, e tre figure femminili, una madre, una figlia e Giovanna D’Arco. Il 28 giugno va in scena Kairos, spettacolo con cui l’attore racconta i momenti in cui la vita ci concede di cogliere un’occasione o di perderla per un soffio. Si chiude il 29 giugno con L’aquila e l’alabastro, dialogo tra l’imperatore Tiberio e Maria di Màgdala.
In questo ambito a Roma nella Villa di Livia il 29 si rappresenta L’Aquila e l’Alabastro della nota scrittrice Cinzia Giorgio. Il teatro è sempre stata una passione che Cinzia Giorgio ha coltivato fin dagli inizi della sua attività di autrice di romanzi e di saggi. Abbiamo parlato con lei in questa intervista
L’Aquila e l’Alabastro. Di che cosa si tratta?
Racconta l’incontro tra l’Imperatore Tiberio, ormai vecchio e stanco, e Maria Maddalena, la discepola prediletta di Gesù.
Un pièce teatrale che è frutto di anni di lavoro…
Eh, sì. Ho cominciato a occuparmi di Maria Maddalena fin dai tempi dell’Università, guidata da un professore d’eccezione, lo storico Romeo de Maio. Ho poi proseguito da sola negli anni, tra archivi, viaggi, convegni e studi sulla sua figura. Mi chiedevo perché fosse stata così bistrattata dalla Chiesa e come avesse cambiato la prospettiva femminile delle seguaci di Cristo. Più andavo avanti e più volevo sapere di lei. E ormai sono venticinque anni che me ne occupo.
Oltra al tuo anche un intenso impegno del regista, degli attori e delle altre persone impegnate nell’allestimento.
Loro stanno facendo un lavoro egregio sia sul testo, sia sull’interpretazione di due personaggi così complessi e densi. Con il regista, Filippo Carrozzo, abbiamo spogliato il testo che prima appariva troppo letterario, rendendolo più vero, vivo. Poi Massimo Napoli e Veronica Cinque hanno fatto un lavoro intenso, comprendendo a fondo le due personalità dei protagonisti.
Qual è il carattere dei due protagonisti?
Tiberio è ormai disilluso dalla vita, prova rancore e rabbia, la malinconia lo assale, ha continui sbalzi d’umore perché è fondamentalmente solo, nonostante sia l’uomo più potente e riverito del mondo. Maria Maddalena, invece, è una donna consapevole, matura, che ha passato un periodo della sua vita in cerca di un riscatto e quando finalmente lo trova in Cristo, questi le affida una missione quasi impossibile: diffondere la verità. Nel momento in cui i due personaggi si incontrano uno si specchia nel dolore dell’altro, passando attraverso la contre di illusioni e di disinganni. Tiberio appare più bisognoso, ma in realtà anche Maria Maddalena ha la necessità di parlare, di capire meglio gli uomini e il potere della parola.
Possiamo rintracciarne le origini in qualcuno dei tuoi libri?
Se intendi le origini della storia di Tiberio e Maddalena, no, non è presente nella mia novella dedicata a lei. Ma sto scrivendo ovviamente il romanzo (che però non è destinato a uscire a breve, perché ho anche altri progetti in fieri). Se invece intendi la dinamica dei due personaggi che si confrontano, be’, sì. Un po’ in tutti i miei romanzi ci sono scontri tra personalità agli antipodi, ma anche tra generazioni e mentalità opposte che divergono e poi convergono.
Perché hai scelto questo titolo?
A me sarebbe piaciuto di più Il Vangelo di Maria Maddalena ma era troppo… come dire? biblico… ma non si tratta di un testo religioso, tantomeno vuole avere intenti catechistici. Così ho optato per L’Aquila, simbolo dell’Impero Romano e quindi di Tiberio, e l’Alabastro, materiale di cui era fatta l’ampolla con l’olio di nardo che Maria porta sempre con sé nell’iconografia cristiana.
Cinzia Giorgio dottoressa di ricerca in Culture e Letterature Comparate si è specializzata in Women’s Studies e in Storia Moderna, compiendo studi anche all’estero. Organizza salotti letterari, è direttrice editoriale del periodico «Pink Magazine Italia» e insegna Storia delle donne all’Uni.Spe.D. di Roma. È autrice di saggi scientifici e romanzi. Tra questi Storia erotica d’Italia, Storia pettegola d’Italia, La collezionista di libri proibiti, La piccola bottega di Parigi, I migliori anni, Maria Maddalena, Cassandra.
Foto: Cinzia Giorgio (copyright Antonio Battafarano)