Una Fiom emiliana da contrapporre alla nascente Unindustria Emilia. Per ora è solo un’idea, ma non è detto che in futuro possa diventare un’opzione concreta per i dirigenti del sindacato dei metalmeccanici più rappresentativo d’Italia.
E’ il segretario della Fiom – Cgil di Bologna, Alberto Monti, il primo ad aprire alla possibilità di unificare le strutture territoriali di Bologna, Modena e Reggio Emilia proprio sulla scia del percorso intrapreso dalle rispettive organizzazioni locali di Confindustria. “C’è – spiega – un problema di rappresentanza e di peso politico nelle loro associazioni” e se l’unificazione va vista in questa direzione, questo “deve comportare anche per noi una riflessione e ci dobbiamo attrezzare al nuovo livello che la controparte si dà”. Monti ha scelto un palcoscenico non da poco per lanciare questa proposta: l’apertura del decimo congresso della Fiom bolognese.
Monti ha parlato apertamente di “modifica dei confini” perché oggi “pensare ai confini è limitativo, dobbiamo affrontare insieme questa sfida pensando al dovere di tutelare i lavoratori. Non mi interessa l’esercizio della titolarità territoriale, mi interessa l’estensione dei diritti dei lavoratori”. Dunque, “se l’unificazione di Bologna, Modena e Reggio può portare risultati in questa prospettiva, vanno ricercate delle sinergie. Diversamente, no”. Del resto, proprio una sorta di “pax sindacale” sarebbe all’origine della nascita di Unindustria, volta a superare i contrasti con il segretario nazionale della Fiom, il reggiano Maurizio Landini.