Una democrazia più forte basata su diritti civili e diritti sociali

Rosy Bindi e il ruolo dei cattolici nel dibattito sulla nuova sinistra

Una riflessione sul significato dell’antifascismo, tenutasi il 23 gennaio scorso, al Cinema Alfieri organizzata da Anpi Firenze, è diventata occasione per ragionare di e della sinistra. “Un mondo nuovo. Antifascismo, socialità, valori” il titolo dell’incontro, che ha visto dialogare insieme don Andrea Bigalli, Albertina Soliani, Rosy Bindi, Tomaso Montanari, Vannino Chiti, Gianfranco Pagliarulo, moderati da Vania Bagni.

Grande successo di platea, una tavola rotonda ricca di tutte o quasi tutte le sfumature della sinistra italiana, dalle radici comuniste di Chiti a quelle cattoliche di Bindi, insieme per prospettare un futuro che riguarda la sinistra italiana. L’importanza del mondo cattolico progressista in una prospettiva futura di ricostruzione della sinistra è stato uno dei temi su cui si è svolta la riflessione di Rosy Bindi.

“Quando si fa riferimento generico ai cattolici in politica – dice Bindi – si fa l’errore di non rilevare il grande pluralismo che ha da sempre connotato i cattolici italiani che è una caratteristica di sempre, anche quando si vagheggiava l’unità politica dei cattolici. E d’altro canto da anni ormai il voto dei cattolici è perfettamente sovrapponibile nelle elezioni al voto di tutti gli italiani. Quindi è giusto specificare quale contributo è stato apportato dai cattolici progressisti o, se vogliamo fare riferimento a una categoria storica molto importante, dei cattolici democratici, che fanno parte della storia della sinistra italiana, e che hanno militato in partiti diversi. Come possiamo definire se non di sinistra la politica praticata dal sindaco La Pira a Firenze, pur essendo iscritto alla DC? Come non qualificare di sinistra la presenza alla Costituente e nei primi anni della vita repubblicana, dentro la Democrazia Cristiana, di Giuseppe Dossetti, e anche dallo stesso Dossetti, quando da monaco ha rotto il silenzio tornando a difendere la Carta Costituzionale?  Come non definire di sinistra la partigiana Tina Anselmi, partigiana della democrazia tutta la vita, non solo da staffetta partigiana, ma mentre istituiva la sanità nazionale e si opponeva alla P2 con il lavoro straordinario della sua Commissione?”

“Più recentemente, emerge l’importanza della componente dei cristiano-sociali dentro i Ds: non ci sarebbe stato l’Ulivo, se non ci fosse stata questa componente cattolica di sinistra, nella vita del nostro Paese. Non ci sarebbe stato il Partito Democratico, anche se dobbiamo riconoscere che dentro il Pd, e forse prima ancora nell’Ulivo, sono approdati cattolici che potremmo definire moderati, che si sono subito intesi con quella componente liberal presente dentro i Ds che ancora permane nel Partito Democratico. Credo però che sia arrivato il momento di fare chiarezza su questo punto, e credo anche che non a caso si faccia fatica, in questo momento, a fare riferimento come nel passato a biografie chiare, a nomi precisi che appartengano ai partiti politici presenti ora in Parlamento e che facciano riferimento a questo cattolicesimo democratico e progressista”.

Tuttavia, nelle sfide epocali della nostra storia attuale, dice ancora Bindi, sappiamo perfettamente che c’è la presenza di un mondo cattolico che sta dando risposte intelligenti, moderne, avanzate, che ha una visione rispetto alle sfide di questo momento. “Ecco perché dicevo che è arrivato il temo di una scelta, una scelta che dovrebbe a mio avviso concentrarsi su alcuni contenuti ma anche su un metodo”.

Per quanto riguarda i contenuti, “l’antifascismo in primis, perché credo che oggi non basti limitarsi a dire che non si è fascisti, oggi bisogna affermare di essere antifascisti, perché la nostra democrazia è ben fondata sul valore dell’antifascismo. La componente cattolica, i cattolici di sinistra, i credenti dovrebbero avere antenne più sensibili per conoscere non solo i fascismi di oggi ma anche la capacità del fascismo di reincarnarsi in ogni epoca storica. In nome di che cosa? In nome della dignità della persona umana, del rifiuto di ogni forma di idolatria che poi in fondo è l’essenza vera di ogni fascismo. In fondo la frase evangelica “date a Dio quel che è di Dio e date a Cesare quel che è di Cesare”, è la prova evidente di tutto questo. In nome del grande valore della laicità si afferma una cosa molto semplice: che la persona e la sua dignità non hanno altre signorie nella storia, non il denaro, non la politica, non il leader, si afferma che nessun idolo può essere padrone della persona, perché la persona appartiene a Dio.

A Cesare si restituisce la moneta, si pagano le tasse, si rispettano le leggi, quelle leggi che non mettono a rischio la supremazia e la priorità della persona, dei suoi diritti fondamentali, com’è scritto nella nostra Carta Costituzionale. Credo che oggi costruire la Sinistra in Italia e contrapporsi alla Destra, significhi assolutamente questo: avere sempre le antenne sensibili a captare ogni tentativo di idolatria. Oggi, più di ieri, la vera idolatria è rappresentata da quella ingenua convinzione che il denaro, il capitale, il mercato in qualche modo siano la soluzione automatica di tutti i problemi. Questo è il temo delle scelte radicali e mi trovo a riflettere: quale radicalità è più forte della nostra Costituzione e del suo modello di democrazia?”

Siamo di nuovo di fronte a un dichiarato tentativo di cambiarla, questa Costituzione, attraverso l’autonomia differenziata e il presidenzialismo. Sappiamo che i cattolici democratici progressisti, insieme ad altri, sono sempre in stati in prima fila per difendere la Carta e il popolo ha salvato varie volte la Costituzione dai vari tentativi di stravolgimento del suo assetto”.

“Questa volta sarà più difficile – continua Bindi – Perché la destra è più determinata, sì, anche. Ma soprattutto perché le nostre famiglie sono aggredite da tanti problemi, il nostro Paese è attanagliato da tante criticità, prevalentemente di carattere sociale. Molti diritti dei cittadini, delle persone, sono a rischio, dal lavoro, alla salute, all’istruzione. Ogni giorno la povertà aumenta, come le disuguaglianze. In altre occasioni ho avuto modo di dire che persino la difesa della Costituzione e della democrazia per alcuni risulta una sorta di lusso che non sanno se possono permettersi e che forse non si concederanno,  se noi non saremo in grado di far capire loro quanto stretto è il rapporto, nella nostra Carta Costituzionale, tra il disegno istituzionale e i contenuti sociali, politici e culturali”.  

“La rimozione degli ostacoli ex art. 3 della Costituzione è un principio fondamentale al quale si può far fronte se questo Paese non vede aumentare le proprie disuguaglianze attraverso un pericoloso principio di autonomia differenziata, se non vede messo a rischio il pluralismo della democrazia che solo la democrazia rappresentativa può interpretare, può condurre alla ricerca di una soluzione vera dei problemi che attanagliano il nostro Paese. Al mondo cattolico progressista chiedo di impegnarsi soprattutto in questo, il che vuol dire vicinanza, prossimità alla vita reale delle persone; quella prossimità che la politica sembra aver smarrito, che andrebbe ritrovata e attraverso la quale, e solo attraverso la quale, sarà possibile far capire quanto è importante la democrazia, contenuta nella nostra Carta Costituzionale”.

Credo che ci debba essere una ricerca per giungere a una sintesi sapiente fra diritti civili e diritti sociali, in nome del rispetto di ciascuna persona ma anche nella capacità di comunicare la forza del senso del limite, che in un tempo nel quale all’umanità è consentito di diventare o in qualche modo superare quasi, il suo essere creatura e di diventare in qualche modo creatore e padrone della Terra, della Storia, della vita, mi auguro che questo senso del limite, nella capacità di ricostruire il rapporto fra diritti civili e diritti sociali, sia fondamentale”. 

Infine, l’intervento si conclude sulla Pace. “Il grande valore della pace. – dice Bindi – Lo dico sapendo quanto in questo momento sia difficile costruire strade di pace; ma come non vedere che quella convinzione che pensavamo essere superata, “se vuoi la pace prepara la guerra”, che pensavamo avesse lasciato il posto  all’altra grande convinzione, “se vuoi la pace prepara la pace”, come non vedere che rischiamo di tornare al primo principio? Stiamo preparando la guerra illudendoci che questo produca la pace. Chi, se non i cattolici progressisti dovrebbero essere in prima fila ad accogliere anche l’invito del Papa, l’invito del cardinal Zuppi, ad evitare che i pezzi della III Guerra mondiale si uniscano intorno alla guerra che si sta consumando nel cuore dell’Europa? Come non capire che per avere la pace dobbiamo costruire la Pace?”. 

Foto: Rosy Bindi

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