Da domani, giovedì 7 febbraio, a domenica 10, al Teatro Metastasio di Prato andrà in scena Un tram che si chiama desiderio, celeberrimo dramma scritto dal drammaturgo statunitense Tennessee Williams nel 1947. Per la regia di Antonio Latella, arriva al Metastasio uno spettacolo che ha ottenuto moltissimi riconoscimenti; ne citiamo alcuni, ma la lista sarebbe lunghissima: Premio Ubu e Premio Hystrio alla regia ad Antonio Latella, Premio Hystrio all’interpretazione e Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice protagonista a Laura Marinoni, Premio Ubu e Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice non protagonista a Elisabetta Valgo. Un allestimento questo, che, sin dal suo esordio, ha ricevuto un unanime e caloroso successo di pubblico e critica.
Nota la tramma del dramma, ambientato nella New Orleans degli anni quaranta, che vede come protagonisti una coppia, formata da Stanley e Stella, il cui equilibrio viene messo a rischio dalla sorella di lei, Blanche DuBois. Il protagonista maschile, Stanley, è un rude polacco dai modi burberi, travolto da una grandissima passione carnale per la moglie Stella. A turbare questo equilibrio giunge la sorella di Stella, Blanche, una donna dai molti lati oscuri (è schiava dell'alcool e del sesso, che nasconde dietro un'apparenza sofisticata), che pian piano andrà svelando, fino a che, alla fine della vicenda, giunge alla pazzia e viene ricoverata in manicomio, mentre la coppia, la cui pace familiare sembra allietata dalla nascita di un bambino, sembra arrivare ad un punto di rottura per l'incapacità di Stella di accettare il destino della sorella, il cui crollo è dovuto in larga parte alle forti pressioni esercitate su di lei da Stanley.
Prestigiosi, sin dall'inizio, i nomi dei protagonisti dell'opera, che contribuirono al suo successo mondiale, sia teatrale che cinematografico. Il debutto dello spettacolo, avvenuto a Broadway il 3 dicembre 1947, aveva la regia di Elia Kazan e il ruolo di Stanley Kowalsky era niente meno che di Marlon Brando, che lo interpreterà anche nell'omonima trasposizione cinematografica del 1951, sempre diretta da Elia Kazan, e con protagonista femminile Vivien Leigh. In quanto a nomi illustri, non fu da meno la prima teatrale italiana: avvenuta il 21 gennaio 1949 al Teatro Eliseo di Roma, vedeva la regia di Luchino Visconti, mentre i bozzetti scenografici erano curati da Franco Zeffirelli e fra gli interpreti si annoverano nomi del livello di Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni.
Parlando del suo particolare allestimento, il regista Antonio Latella, lo spiega così:
Ho capovolto la storia concentrandomi sulla scena finale in cui Blanche si abbandona al medico che la allontana dalla casa. Da questa prospettiva lei rivive l’intera vicenda a ritroso come in una seduta di analisi. Gli spettatori vedranno quindi l’intero dramma accadere nella testa di Blanche, come se si trattasse della memoria di una vicenda filtrata dai suoi occhi. Credo che da questa prospettiva il testo possa assumere una dimensione contemporanea: la sua mente diventa il luogo dell’azione, la scena è colma di oggetti quotidiani: un tavolo, un frigorifero, una sedia, un letto… Per me era importante ricostruire l’ambiente domestico e poi trasformarlo in ambiente psichico (…). In questo senso, la scenografia diventa drammaturgia, drammaturgia del pensiero.
Sabato 9 febbraio, sempre nel Teatro Metastasio, alle ore 17, si terrà, ad ingresso libero, un incontro con la compagnia, coordinato da Gabriele Rizza, giornalista e critico teatrale, e in collaborazione con l'Associazione Linguaggi.
Segnaliamo inoltre, per i più piccoli, lo spettacolo Storia d'amore e d'alberi, in scena sabato 9 febbraio alle ore 17, nel Teatro Fabbricone di Prato. Lo spettacolo, della durata di 60 minuti, è pensato per un pubblico dai 6 ai 10 anni e si è classificato terzo al Premio Nazionale Eolo Awards 2011 per il teatro Ragazzi, ricevendo anche una Menzione Speciale al Festival Festebà 2011 ai giardinieri di Dio. Storia d'amore e alberi è liberamente ispirata al romanzo di Jean Giono, L'uomo che piantava gli alberi, un piccolo libro del 1980 diventato nel tempo un libro simbolo per la difesa della natura e l'impegno civile, un messaggio d'amore per l'albero e il suo valore universale. Il romanzo racconta del solitario pastore Elzeard Bouffier che per amore (o forse per cercare la felicità), comincia a piantare querce in una terra desolata e aspra. Lentamente e meravigliosamente il mondo intorno a lui cambia come in una lenta e silenziosa rivoluzione.
UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO
Date e orari: da giovedì 7 a sabato 9 febbraio ore 21.00, domenica 10 febbraio ore 16.00
Durata 170 minuti con intervallo
STORIA D'AMORE E ALBERI
Data e orario: sabato 9 febbraio ore 17.00
Durata dello spettacolo 60 minuti
Fascia d'età da 6 a 10 anni
Biglietteria Teatro Metastasio, via Cairoli 59, Prato
tel. 0574 608501 – orario dal martedì al sabato: 9.30/12.30-16.00/19.00 biglietteria@metastasio.it