Prima di ascendere al primo piano della Panizzi dove da lì a poco si sarebbe tenuta la conferenza stampa di presentazione delle giornate tondelliane, quelle ufficiali, perché si preannunciano altri rigagnoli più o meno importanti, il sottoscritto si è soffermato sulla mostra in atto dei libri e documenti cartacei in essere alla Biblioteca stessa. E come una folgorazione ha squarciato le tenebre mentali del qui presente: la differenza che dovrebbe intercorrere quando da una parte si celebra un autore, anzi un Autore di 700 anni fa (“si parva licet componere magnis”, ovvero fatte le debite proporzioni tra uomini ed epoche) ed un altro che invece è vissuto fino a 30 anni fa e che magari molti anche dei viventi hanno conosciuto ed apprezzato (io purtroppo non sono tra questi “nipotini”). Dalla celebrazione sic et simpliciter alla contestualizzione storica e letteraria.
Anche perché gli anni ’80 hanno rappresentato l’anticamera di tutti i malesseri sociali ed esistenziali oggi esplosi e ben evidenti nella gestione individuale e generale dei social: dalla fine degli orizzonti collettivi di miglioramento delle classi all’esibizionismo singolo dei minimalismi solitari. Dallo sdoganamento del leccaculismo come prassi di arrampicamento alla ricerca senza remore delle “3 s” (sesso, soldi, successo) come solo parametro realizzativo al crollo definitivo di qualsiasi valutazione meritocratica. Fino alla promozione dell’arte e della cultura in base alla appartenenze maggioritarie di pensiero facendosi largo a gomitate per pietire quattro soldi dai poteruncoli locali e via discorrendo di queste miserie. Anch’io in quegli anni maturavo diciamo così la mia formazione ultima, più classica grazie a Dio che avanguardistica, tra liceo Ariosto ed università bolognese ma degli 80s non mi sento affatto figlio, bensì vittima.
Fortunatamente però Tondelli non solo ha incarnato quel decennio terrificante di involontarie macchiette trasformiste, una variegata umanità caricaturale che ancor oggi, 3 decadi dopo, arranca all’ombra dei politici-mecenati, ma lo ha soprattutto sbertucciato: quella fauna simil-circense di cui spesso lo scrittore correggese si circondava (con qualche notevole eccezione), la trattava sì con passione ma anche con compassione. Perché sì “Tondelli non era invidioso”, come recita l’azzeccato titolo del cartellone istituzionale ma molti dei “tondelliani” lo erano e magari lo sono ancora chissà, ed hanno abilmente giocato sempre al confine tra sedicente creatività e sottile ruffianeria che ha loro permesso di trascendere immutati e tronfi (anche se sempre più sgonfi) i decenni post ’80 del definitivo riflusso egotico e godereccio.
Ecco che allora sarebbe utile per dare senso compiuto ad ogni manifestazione che dalla letturatura (finalmente si torna almeno un po’ a parlare di libri, forse) rimbalza nella società, affrontare la complessità dei temi in campo. Da ogni angolazione possibile. Ma, scorrendo i nomi del comitato scientifico che compone gli organizzatori delle suddette giornate pre-natalizie, siam certi, anzi certissimi che accadrà.
(gianpar)
Reggio Emilia e Correggio ricordano il trentennale dalla scomparsa dello scrittore correggese Pier Vittorio Tondelli, morto il 16 dicembre 2991, a soli 36 anni.
‘Pier Vittorio Tondelli non era invidioso’, così si intitola l’iniziativa che vedrà due giornate di dialogo e confronto a lui dedicate, sabato 11 e domenica 12 dicembre a Reggio Emilia e Correggio, con la presenza anche del cantante Luciano Ligabue.
L’evento è stato presentato alla biblioteca Panizzi di Reggio Emilia. “Tondelli è stato molte cose insieme – ha spiegato lo scrittore Piergiorgio Paterlini, che ha ideato e curato il programma – un grande scrittore, interprete originale del postmoderno e degli anni ’80, esploratore curioso di linguaggi, mondi, storie, il primo a indicare con quale sguardo la vituperata provincia, invece di far ripiegare le persone sul proprio asfittico piccolo mondo antico, poteva diventare apertura al mondo, senza limiti, senza barriere, senza muri, a dimostrare come Correggio potesse essere New York e viceversa”. Il programma inizierà alle 9 di sabato a Palazzo Principi di Correggio con un presentazione di tesi e studi inediti su Tondelli, con Gino Ruozzi e una dedica speciale a Fulvio Panzeri, curatore delle opere dello scrittore, scomparso da poche settimane. Dalle 15,30 approfondimenti sulle opere di Tondelli, da “Viaggiatore Solitario” al film “Ciao Libertini” prodotto da Sky Arte.
La prenotazione agli eventi di Correggio è obbligatoria (e gratuita allo 0522 693296 o biblioteca@comune.correggio.re.it).
Alle 21, al teatro Ariosto di Reggio Emilia l’appuntamento “Tondelli non era invidioso” dove dialogheranno Gabriele Romagnoli (la Repubblica/Robinson), Antonio Spadaro (direttore Civiltà Cattolica) e il rocker Luciano Ligabue. Domenica alle 11, nel ridotto del teatro Valli di Reggio Emilia, dialogo tra Romolo Bugaro, Guido Conti, Giuseppe Culicchia, Paolo di Paolo, Simonetta Sciandivasci che approfondiranno scrittori e vizi della società letteraria di Tondelli.
(ANSA)