Un piccolo borgo della Maremma, nemmeno 300 anime, una storia importante, un presente di inesorabile declino demografico che l’ha privato di attività e servizi, diventa fonte di ispirazione poetica. Il suo canto si diffonde oltre le colline che sovrastano Grosseto, quelle sulle quali sorge Vetulonia o il monte Sassoforte, dalla cima del quale lo sguardo può catturare anche la lontanissima Siena.
Nel dialogo con il territorio Montepescali offre la sua presenza con orgoglio, perché il suo Circolo culturale organizza un Premio nazionale di poesia, che per quasi trent’anni ha conquistato l’attenzione da parte di poeti o aspiranti tali anche fuori dei confini italiani.
La novità ora è che l’ex prospero castello medievale ha cominciato a esprimere una vena letteraria grazie a chi lo vive quotidianamente: da parte di chi vi ha passato una vita intera e da parte di chi vi è tornato dopo aver vissuto la propria esistenza in città lontane. Un fervore di libri, di presentazioni, di incontri e di emozioni ha ravvivato un fuoco di creatività che non so era mai del tutto spento.
Patrizia Fantini ha scelto di rimanere in un mondo che la natura abbraccia con l’eccezionalità del mutare rigoglioso delle stagioni. Umberto Baglioni invece è tornato al termine di una carriera nell’Arma dei Carabinieri
Della Fantini è uscita nei mesi scorsi la raccolta “Non sono mai sola” (Vecchiarelli Editore, 2022), opera prima che alterna brani poetici di grande intensità a pensieri i in stile letterario. Una sorta di diario di ricordi, pensieri e sensazioni: “Per iniziare il viaggio basta poco: un suono, un profumo, una immagine, e la mente vola”.
Sempre per la casa editrice romana Baglioni ha pubblicato “Pensieri , qua e là – Recitativo per voce singola e coro, in due tempi e 100 scene” (2022), terza opera dopo “Via Pannocchiesca” (2010) e “Pensieri che affiorano alla mente” (2011). Via Pannocchiesca è la strada di Montepescali dove Baglioni è nato.
“Pensieri qua e là” è una raccolta di grande spessore, sia dal punto di vista della tecnica che da quella del messaggio poetico, trasmesso attraverso una prosodia complessa di senari, settenari, ottonari ed endecasillabi, che sostengono il ritmo della lettura e aiutano a penetrare nelle storie di vita e umanità e nel contesto fisico, forte e vitale: “La Maremma qui si estende pianeggiante/ I campi verdeggianti già profumano di pane./ Con la brezza di ponente le chiome degli ulivi/Sembrano accarezzate/Dalla mano dell’Onnipotente”.
La madre, il padre, Nonna Rosina, gli amici che l’hanno accompagnato nel percorso di vita: personaggi che ricorrono nei suoi versi come antichi Lari benigni e protettori che lo aiutano a superare l’impatto dei ricordi che lo assalgono nel momento in cui ha scelto di tornare al paese che gli ha dato coscienza e valori. “Rivedo la figura di mio padre/Sullo sfondo il grande tronco/Della quercia secolare,/attizzare il grande fuoco/a permettermi di stare/al calore del suo amore”.
Frammenti di autobiografia e descrizioni oggettive si mescolano in un confronto duro e impietoso con il passare del tempo. Baglioni compie uno sforzo poetico importante per ricostruire volti, gesti, momenti, stati dell’animo in un viaggio dell’anima a ritroso. Non è solo nostalgia e sogno la ricerca del tempo perduto, ma ferma volontà di dare equilibrio e solida consapevolezza alla scelta del ritorno. “E’ una breve stagione/ È uno sprazzo di vita/Occorre far presto/Già sulla fronte sta apparendo/Il segno del tempo”.
Lì, in quel paese che guarda dall’alto la valle dell’ex lago Prile, sale il canto di chi ha scelto di restare. Patrizia Fantini utilizza gli stessi materiali, gli stessi sfondi, la stessa pacifica vita del villaggio scandita dai rintocchi del campanone dell’antica pieve, per esprimere una spontanea sensibilità poetica. Parole del vivere quotidiano riacquistano intensità e significato. E’ la forza della poesia. Il villaggio dona la bellezza del vivere, dà fisicità ai pensieri, li sostiene con sensazioni ed emozioni: “Sono qui, con lo sguardo che si perde tra i monti e la pace nel cuore. Momenti che la vita regala con la sua magica routine, fatta di piccole cose, di dettagli, di pensieri”. Sono i pensieri i compagni più fedeli, “come le rondini /che eternamente si inseguono/ e non si incontrano mai”, con i quali l’autrice “non si sente mai sola”. Le pagine alle quali affida i momenti di raccoglimento sono in forma di dialogo diretto con il mondo che la circonda – i fiori, le mura, il vento – il mutare della natura e dei rapporti umani con lo scorrere delle stagioni. “Le emozioni più belle/durano il tempo di un secondo./Entrano nel cuore/ come ricordi indelebili/nel momento stesso in cui le vivi / E dopo…/ Nulla sarà come prima”.
Protagonista è sempre il borgo con il ricordo gioioso della vitalità e umanità di un tempo. La fantastica sensazione “di sentirsi parte di una comunità, che condivideva la stessa antica cultura e ne era custode”.
Montepescali, il paese dei poeti: “Improvvisamente mi appari/Le tue torri e le tue mura/donano al cuore pace infinita. /come ad un bimbo il calore di una madre/come ad un naufrago l’odore della terra/nei tuoi tramonti mi perdo/ Avvolta dal crepuscolo passa la vita”.
Foto di Vinicio Mannucci