Firenze – Un’azione scenica su Filippo Brunelleschi. Un uomo nel futuro di Giancarlo Di Giovine con la regia di Giancarlo Cauteruccio chiude la edizione di “Nel chiostro delle geometrie”, giovedì 26 ottobre (ore 21.15) nel complesso fiorentino di Santa Verdiana. L’attore Roberto Visconti vestirà i panni di un inedito Brunelleschi in uno spettacolo itinerante nel chiostro di Santa Verdiana e in altri spazi del complesso, in cui l’interprete ci condurrà nell’opera e nella vicenda biografica di Ser Filippo.
Sappiamo tutto di Leonardo, Raffaello e Michelangelo, i grandi artisti del Rinascimento, sappiamo invece molto meno della vita di Filippo Brunelleschi, Perché? – dichiara Di Giovine – Eppure Brunelleschi anticipa questi artisti, li prepara, li indirizza verso la nuova strada, senza insegnargli niente e senza e lasciare loro nulla. Distrugge i suoi testi o usa codici segreti per impedire che vengano copiati, esattamente come farà Leonardo, brevetta i suoi progetti, costruisce macchine straordinarie di cui non rivela i segreti meccanismi nemmeno ai committenti.Il suo talento è completo, non trova confini, come lo sarà quello di Leonardo, spazia dall’architettura alla scultura, si dedica allo studio del cosmo e su richiesta non disdegna di dedicarsi anche all’arte della guerra. Quello che ci lascia non sono solo cupole, cattedrali e loggiati, è soprattutto un’idea di città e un’idea di mondo che vede al suo centro l’umano. E’ un’idea che viene da lontano, dalle armonie e le proporzioni dei templi di Roma Antica, che Brunelleschi recupera e perfeziona. Attraverso l’uso della prospettiva l’architetto può elaborare un nuovo tipo di bellezza, non più dettata dal caso, dall’ombra e dalla fede, ma dalla ragione, il calcolo, la matematica, la luce. ll gotico è morto, nasce lo stile rinascimentale. L’artista deve distinguersi dai borghesi mercanti, non deve pensare ai traffici, alla famiglia, deve mettersi al servizio dei nobili ma solo per cercare la loro protezione e poter realizzare le sue opere grazie ai loro fiorini. In questo modo perde quell’aura sacra e misteriosa dell’anonimo costruttore che con la sua confraternita erigeva cattedrali d’ombra, secondo regole tramandate nel silenzio e assurge a principe delle arti che firma le sue opere e trasporta il suo nome nei secoli.
Cauteruccio ambienta il lavoro tra il cortile e la chiesa di S. Verdiana e ci presenta Brunelleschi in una condizione di solitudine e di forte apertura all’immaginario, che accompagna il pubblico in un viaggio mentale e fisico nei meandri della sua arte e della sua vicenda biografica.
Foto: Roberto Visconti (foto Francesco Martorelli)