Un grande bluff?Arena Campovolo, in Comune non c’è traccia del progetto

Da una richiesta di accesso agli atti del capogruppo comunale del Movimento 5 Stelle Matteo Olivieri non c’è traccia del progetto. L’architetto Magnani smentisce Spadoni: in Comune non è stato depositato niente

Che ci fosse ancora qualche aspetto da chiarire lo si era capito al termine della conferenza stampa convocata in fretta e furia dall’assessore ai Progetti speciali Mimmo Spadoni subito dopo Italia loves Emilia, il grande concerto a favore dei terremotati. In quell’occasione era stato presentato dallo stesso Spadoni – insieme a Ferdinando Salzano, amministratore delegato di Friends&Partners (l’agenzia che ha organizzato il concerto e nella cui scuderia ci sono 9 dei 13 artisti di Italia loves Emilia), e al manager di Ligabue Claudio Maioli – il progetto di una grande arena spettacoli da realizzare all’interno dell’area del Campovolo. Nel corso della conferenza la presentazione era stata accompagnata da rendering e immagini della struttura ed era emerso che erano in corso contatti tra l’amministrazione comunale e i due manager da più di un anno.

Pare però che in Comune non sappiano niente delle trattative e nemmeno del progetto commissionato alla cooperativa Unieco. Anzi, da una richiesta di accesso agli atti del capogruppo comunale del Movimento 5 Stelle Matteo Olivieri, non ci sarebbe nemmeno traccia del progetto dell’arena. A sostenere che non esiste alcun atto ufficiale è stato addirittura l’architetto Massimo Magnani, dell’unità di lavoro dell’assessore Spadoni, il 27 settembre, il giorno dopo la conferenza stampa.  “L’assessore Spadoni  – dice Olivieri – parlava privatamente di un progetto così importante per la città, che coinvolge una parte di suolo pubblico, da un anno e passa ed ha convocato una conferenza stampa senza informare nemmeno il resto della Giunta del progetto  come confermato sui media locali dall’assessore allo sport Mauro Del Bue e quello alla sicurezza Franco Corradini? Alla faccia della trasparenza e del dialogo tra gli stessi componenti della Giunta Delrio”.

La risposta dell'architetto Magnani a Olivieri

A proposito di trasprenza, nel dibattito è emerso anche che un altro manager dello spettacolo, il reggiano Roberto Meglioli, aveva già presentato tempo prima una idea simile. “Questo – continua Olivieri – rende inevitabile per realizzare in maniera imparziale, partecipata e trasparente e a norma di  legge, un processo che passi prima da una manifestazione d’interesse e poi attraverso un bando. Questo perché parte dei terreni sono pubblici e adibiti al progetto “Bosco al Campovolo” sul quale sono state raccolte 7.000 firme e ci sono già progetti di Giunta e perché non si sa chi sia stato il primo a dichiarare il progetto/idea, in quanto non ci sono documenti ufficiali depositati in Comune di Reggio al 27 settembre 2012 ed  altri professionisti del settore come Roberto Meglioli ,hanno affermato pubblicamente di avere già avanzato l’idea precedentemente. La città ha bisogno di un dibattito sereno e trasparente e di partecipazione”.

“Chiederò al presidente della Commissione Cultura Andrea Capelli – conclude il capogruppo del Movimento5Stelle – di convocare Roberto Meglioli in Commissione e che nella stessa  sia chiamato al confronto con tutti i consiglieri comunali l’assessore ai progetti speciali Mimmo Spadoni.

La replica di Spadoni

“Il consigliere Matteo Olivieri, nel suo accesso agli atti, ha avuto formale conferma di quanto, in piena trasparenza, abbiamo già detto: sull’arena spettacoli al Campovolo non esiste nessun atto formale e nessun progetto, che di conseguenza non può essere stato presentato al Comune di Reggio Emilia. Esiste invece un’idea progettuale, un concept – non un progetto, una differenza sostanziale importante che il consigliere Olivieri dovrebbe cogliere per non ingenerare confusione – frutto della riflessione di privati. Il fatto che “si parli” di un’ipotesi di arena da un anno, per un’Amministrazione pubblica, peraltro eletta liberamente dai cittadini che le hanno dato mandato di amministrare, non significa nulla. E in proposito sottolineo che in otto anni di amministrazione, non ho mai sentito parlare di altri progetti e proposte di arena al Campovolo.

Visto l’interesse giornalistico e l’onda emozionale registrati nel settembre scorso a seguito dell’evento Italia Loves Emilia sulla ipotesi di un’arena al Campovolo, l’Amministrazione comunale ha ritenuto di favorire un incontro della stampa con i protagonisti che nel tempo hanno lavorato a questa idea progettuale, idea che riteniamo interessante. Abbiamo voluto con ciò porre, con tempestività rispetto all’evolversi degli interventi pubblici anche fantasiosi sul tema, alcuni punti fermi sull’argomento: ritenevamo e riteniamo importante infatti che anche il dibattito pubblico si sviluppi in modo positivo e trasparente.

Il concept che è stato presentato alla stampa dai privati non è che il punto di partenza per un percorso e un confronto prioritari e aperti, che saranno formalizzati e, quando la città sarà pronta, per decidere.

Ad ora, come è chiaramente emerso già in settembre, si tratta di un’idea che ha preso forma e che avrà un suo cammino chiaro, basato su norme e invarianti proprie delle norme stesse e delle destinazioni urbanistiche dell’area.

L’area del Campovolo, così come previsto dagli strumenti urbanistici, in particolare dal Piano strutturale comunale, non potrà essere infatti oggetto di interventi edilizi. Siamo nel contesto del parco del Campovolo: il tema del verde, con caratteristiche che lo rendano fruibile, è imprescindibile e al centro dell’idea di progetto. Vale a dire: il tema del parco è indissolubile, rispetto all’arena, così come il tema della coesistenza delle attività esistenti nell’area del Campovolo, attività di manutenzione e hobbistiche legate al volo leggero. Il tutto in un contesto generale, che è quello dell’Area nord, in cui, come abbiamo dichiarato nel percorso sugli Stati generali, le eccellenze trovano casa. E qui siamo in una di queste condizioni: Reggio Emilia è una città che ha dato tanto e sta dando tanto alla musica in termini di artisti, ma anche di produzioni musicali, di industrie che si occupano di produzione del suono e di master e ricerca universitari in questo ambito. Le competenze per realizzare e gestire il tutto ci sono. La proposta è di interesse pubblico, con un ‘motore’ privato, che rende disponibili anche le risorse. C’è la volontà dell’Amministrazione di andare avanti con un percorso e strumenti aperti e trasparenti, considerando formule come il project financing.”

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