Tutto il mio bagaglio consisteva in una piccola valigia zeppa a metà di appunti di viaggio sulla Georgia. La maggior parte di essi, per vostra fortuna, è andata perduta, mentre la valigia con le altre cose, per fortuna mia, si è salvata.
Il sole cominciava ormai a nascondersi dietro una cresta nevosa quando entrai nella Valle del Kojshaursk. Il cocchiere osseta incitava instancabilmente i cavalli per riuscire a raggiungere prima di notte il Monte Kojshaursk, e cantava a squarciagola. Splendido posto questa valle! Da ogni lato montagne inaccessibili, macigni rossastri tappezzati di edera verde e coronati di platani, gialli dirupi variegati da borri, e lassù, in alto, una frangia dorata di nevi, mentre in basso l'Aragoi, congiuntosi con un altro fiumicello senza nome, che prorompe fragorosamente da una gola nera e tenebrosa, si distende come un filo d'argento e scintilla come un serpente ricoperto di squame.
(Traduzione: Luigi Vittorio Nadai)