
Emerge un quadro di tensioni, rancori, veleni, ricatti e spaccatura totale dentro il governo Renzi dalle intercettazioni sul caso Tempa Rossa che ha costretto alle dimissioni il ministro Federica Guidi. Fino ad arrivare alla creazione di un dossier contro l’ex sindaco di Reggio, Graziano Delrio oggi Ministro alle Infrastrutture e fino a ieri considerato l’uomo più vicino al premier. Lo rivelano alcuni quotidiani nazionali.
In un’intercettazione del 29 gennaio 2015, durante un colloquio tra il compagno del ministro Guidi Gianluca Gemelli e Walter Pastena, collaboratore del ministro, parlando di un possibile rimpasto di Governo, lo stesso Pastena parla della possibilità per loro di “togliersi qualche sfizio…i carabinieri sono venuti a portarmi il regalo in ufficio…hai visto il caso di Reggio Emilia? Finito ‘sto casino usciranno le foto di Delrio a Cutro coi mafiosi…perché chi ha fatto le indagini è il mio migliore amico e adesso ci stanno le foto di Delrio con questi…”.
La telefonata avviene il giorno dopo l’operazione Aemilia condotta dalla Dda contro la ‘ndrangheta di Reggio Emilia, che il mattino del 28 gennaio 2015 portò ad oltre 100 arresti e ora si è tradotta nel più grande processo mai intentato contro le mafie al Nord. Pastena infatti fa riferimento all’inchiesta “Aemilia” (il processo è attualmente in corso a Reggio) sul radicamento della ’ndrangheta in Emilia Romagna, nell’ambito della quale il ministro Delrio è stato sentito non da indagato, ma come persona informata dei fatti a proposito di un viaggio nel Comune di Cutro, gemellato con Reggio.
Il quadro che emerge, dicevamo, è di uno scontro all’ultimo sangue, o all’ultima poltrona con pressioni tra ministri e congiure contro il cosiddetto “quartierino”, ovvero i componenti veri o presunti del giglio magico renziano.