Il Daspo urbano, il provvedimento introdotto dal ministro Marco Minniti, sarà applicato anche a Reggio Emilia, in particolare nella zona della stazione. A farlo sapere, in Consiglio comunale, è l’assessore Natalia Maramotti nel rispondere a un’interpellanza dell’opposizione – firmata dai consiglieri Cinzia Rubertelli, Cesare Bellentani e Roberta Rigon – sulla situazione di degrado dell’area attorno a via Turri.
“Stiamo terminando – spiega la Maramotti – il percorso che ci dovrà portare, applicando le opportunità previste dalle legge 48/2017, ex decreto Minniti, a indicare all’interno del regolamento di Polizia locale contesti del nostro territorio in cui potrà essere applicato il cosiddetto Daspo, diversi da quelli che sono già stati previsti dalla legge, ovvero zone monumentali ad alta affluenza di turisti e zone scolastiche, ad alta presenza di studenti come i parchi”. Una volta completato il “dossier”, la proposta d’applicazione del Daspo sarà portata in commissione consiliare.
In che cosa consiste la misura contenuta nella legge Minniti? Così come in ambito sportivo il Daspo impedisce a un tifoso di entrare allo stadio, il Daspo urbano vieta a chi delinque in una certa zona di frequentare quella stessa area. Nella vicina Bologna è scattato proprio in questi giorni il primo ‘mini-daspo’ contro uno spacciatore sorpreso nel parco della Montagnola. Il provvedimento è stato deciso dal prefetto e prevede che chi è già stato denunciato o arrestato nell’area verde venga allontanato.
In Consiglio comunale, la Maramotti – riferendosi alla zona stazione – fa anche sapere che l’Amministrazione “in collaborazione con la Polizia municipale” sta predisponendo la “documentazione che sarà valutata dal sindaco per riadottare nei contesti ormai noti ordinanze finalizzate a mantenere una condizione di equilibrio nella convivenza di quei contesti”. L’assessore spiega che “ci sono sempre stati intervalli temporali tra l’adozione, la caducazione e la successiva riadozione delle ordinanze perché quando queste sono contingibili e urgenti richiedono un’attestazione di queste condizioni che normalmente si ottiene attraverso i rapporti delle forze dell’ordine”.