Quasi 25 anni fa nasceva uno dei fenomeni editoriali più importanti del panorama fumettistico nostrano, Dylan Dog. Con il numero attualmente in edicola si festeggia una doppia ricorrenza: da una parte, le felicissime nozze d’argento fra Sergio Bonelli Editore e questa sua fortunatissima creatura; dall’altra, il ragguardevole traguardo del numero 300, simbolo di una longevità così insperata da risultare commovente.
L’albo, interamente a colori come tutti i numeri a cifra tonda, è incentrato sul passato del personaggio (anche questa una tradizione delle testate bonelliane). Il titolo, evocativo nella sua semplicità, è Ritratto di Famiglia, e vede ai testi il veterano Pasquale Ruju e alle matite l’apprezzatissimo Angelo Stano, storico copertinista della testata e solo occasionalmente disegnatore delle tavole.
In realtà, più che una semplice storia sul passato, si tratta quasi di una “what-if story” dove i ricordi del protagonista si innestano in un possibile presente (o futuro) e lo portano ad affrontare le sue ossessioni edipiche mai risolte.
Per quanto non aiuti poi molto a chiarire i tasselli mancanti della storia di Dylan Dog – già comunque ampiamente forniti nel corso di questi cinque lustri -, Ritratto di Famiglia è un albo epocale, capace di riportare il fumetto a quelle atmosfere surreali che ne hanno caratterizzato gli episodi migliori.
Un vero e proprio evento da commemorare, nonché un ottimo punto di partenza per cominciare (meglio tardi che mai) a leggere le avventure dell’indagatore dell’incubo.