Un canestro per la vita

Il tabellone elettronico fa partire un concitato countdown dalle tribune. Pochi secondi alla fine della partita. Le ‘Volpi Rosse Menarini’ di Firenze stanno battendo gli ‘Amicuccioli’ di Giulianova per 24 a 16. Kristian Progni, classe ’98, difende palla. E’ giovane ma ha uno stile da Le Bron James. I suoi tifosi, dagli spalti, sono emozionatissimi e urlano a squarcia gola: non mollare, Kristian! Sembra di essere allo United Center, l’arena dei Chicago Bulls. Ma non è così. Siamo al PalaEverlast di Coverciano. Questa non è l’NBA, ma il ‘Campionato Italiano Giovanile Minibasket in Carrozzina’. Le sedie a rotelle dei dieci cestisti in campo ‘graffiano’, con le ruote, il parquet del rettangolo di gioco per gli ultimi attimi. Il tempo scade. E’ finita. La gioia delle piccole volpi è incontenibile. I fratelli Luigi e Riccardo Tozzi – 13 e 16 anni – si danno il cinque. Alessandro Cimino, baby ’99, è il più “gasato” di tutti e va verso i propri sostenitori con le mani al cielo. Matteo Rapuano, uno dei giocatori più esperti, abbraccia il coach Antonio Calamai, gli parla a lungo nell’orecchio. L’allenatore Calamai parte proprio da questo punto: “Per i ragazzi questa è la prima vittoria in assoluto, non stanno più nella pelle. E’ una gioia immensa per loro, ma anche per me. Le parole di Matteo mi fanno pensare. Erano così abituati ad essere sempre sconfitti che mi ha detto ‘ce l’abbiamo fatta a non perderne almeno una!’ Non conosceva più il vocabolo ‘vincere’”.  Immensa soddisfazione anche per Nino Monforte, il quasi ventiquattrenne playmaker della squadra, tecnica da Michael Jordan e idee sempre chiare sotto canestro. Le conseguenze di alcune cure sbagliate per una forma di leucemia lo hanno costretto in sedia a rotelle, ma dimostra un coraggio da leone e sprizza felicità da tutti i pori per il trionfo insperato: “Il coach Calamai è severo. Ci urla in faccia quando serve, ma con lui abbiamo un ottimo rapporto. Finalmente è arrivata la vittoria. E’ una bellissima sensazione. Giocare a basket mi diverte, spero di riuscire ad arrivare in nazionale. Sono comunque uno sportivo a 360°, ho praticato anche tennis in carrozzina e nuoto. Nella vita studio all’università nella facoltà di informatica. Mi trovo bene e spero in futuro di trovare un buon lavoro”. Poi è la volta di sentire le parole a caldo di Alessandro Cherici, capitano e leader della squadra. Ale ha solo diciotto anni, studia al Liceo Classico Michelangiolo e dopo la maturità ha intenzione di iscriversi a Lettere Antiche. Nonostante la vittoria non fa voli pindarici e parla con pragmatismo: “Stiamo lavorando duramente, in questa stagione. Il successo di oggi è frutto di una settimana di allenamenti. Speriamo che questa soddisfazione sia la prima di una lunga serie, ma non montiamoci la testa”. Coach Calamai ci spiega i motivi di questa sua avventura come allenatore di ragazzi diversamente abili: “Ho a disposizione un gruppo davvero eccezionale. Dal bravissimo Giovanni Poli a Kevin Giustino – un normodotato che ci aiuta ad arrivare alle dieci unità complessive – , ai piccoli Gabriele e Valery, gli ultimi ‘nuovi acquisti’. Se dal punto di vista tecnico devo però fare proprio un nome in particolare, dico Samuele Cini. E’ un’ala del 2001, molto promettente. Staremo a vedere dove arriverà. Come è nata la mia collaborazione? La scorsa stagione ho avuto un infortunio alla schiena ed ho conosciuto Antonino Favano, che si occupava già del progetto Volpi Rosse. Mi ha proposto di gestire questa fantastica squadra under 24 ed ho subito accettato con entusiasmo. Facciamo il ‘Girone del Sud’, contro compagini come Bologna, Roma e Parma. Il nome Volpi Rosse deriva dal colore delle ruote di alcuni giovanissimi cestisti. Il colore rosso, appunto, significa un alto grado di disabilità, sia fisica che cognitiva. Avere a che fare con queste situazioni ti aiuta a crescere. Questi sono tutti ragazzini molto giovani, ma hanno voglia e senso dell’umorismo. Racconto questo aneddoto: durante un allenamento mi ero arrabbiato. Allora ho detto ai miei giocatori: svegliatevi, altrimenti vi faccio correre a fine allenamento. Uno di loro ha detto: magari! Ci siamo messi tutti a ridere. Da questo mio lapsus preso con il sorriso si vede la forza della mia squadra, anche dal punto di vista umano”. Le regole del Minibasket in Carrozzina hanno, ovviamente, alcune differenze sostanziali. Il canestro viene posto ad un altezza di 2 metri e 60 centimetri, inferiore al normale standard di metri 3,05. La squadra viene composta dai consueti cinque giocatori, ma ad ogni cestista l’ASL e la Federazione decidono di assegnare un coefficiente, in base alle capacità. Ogni squadra non può superare il coefficiente complessivo di 13 ed è obbligatorio inserire sempre un ragazzo con “le rotelle rosse”, ovvero con un alto grado di disabilità. Il “rosso” non può essere pressato nella propria metà campo e quando tira, anche nel caso colpisca il ferro del canestro, ha diritto ad un punto. I tempi delle azioni sono raddoppiati rispetto alle regole classiche: sono concessi 48 secondi per terminare una manovra offensiva. In panchina è sempre necessaria la presenza di un “meccanico”, che possa gestire i problemi alle sedie a rotelle. Proprio di questo campionato speciale ci parla Paolo Cosmi, dirigente delle Volpi Rosse, con alle spalle una grandissima esperienza nel basket: “Siamo nati nel 2005, da un insieme di cervelli che gravitavano tutti nella pallacanestro. I motivi sono due: il primo è il dramma di un caro amico, che in un incidente stradale rimase paralizzato, un episodio che mi fece riflettere moltissimo. Il secondo è per dare una possibilità a ragazzi diversamente abili della nostra regione. In Toscana, infatti, eravamo gli unici a non avere una realtà del genere. Merito di questa iniziativa è anche della Menarini, uno sponsor che ci dà una grandissima mano. Qui il nostro fine è sia sportivo-agonistico che sociale. Vogliamo insegnare ai ragazzi ad essere un gruppo, a superare le difficoltà, a crescere come individui. Faccio l’esempio di Kristian Progni. Viene da Massa e Cozzile. Ha cominciato quando aveva dieci-undici anni, con i normodotati. Poi è entrato nel nostro gruppo. Per i primi sei mesi si allenava e basta. Durante le partite era sempre ai margini, si limitava ad incitare i suoi compagni, aveva paura del contatto fisico. Poi, a Torino, durante una partita fece un canestro e un rimbalzo in difesa. Ho pensato: questa cosa vale come una vittoria di un campionato. Siamo una famiglia e non abbandoneremo mai nessuno dei ‘nostri bambini’”. Antonino Favano, responsabile dell’area tecnica della squadra, aggiunge il suo punto di vista: “Abbiamo cominciato questa attività con il Presidente Massimo Carletti e con l’aiuto allenatore Nicola Poggi. Inizialmente avevamo a disposizione solo tre giocatori. Poi, piano piano, il numero è aumentato sensibilmente. Con questa iniziativa ho unito il mio amore per il basket alla mia professione. Sono infatti laureato in Scienze Motorie, con una specializzazione in Attività Motoria Preventiva e Adattata. Con i ragazzi stiamo facendo un gran lavoro, grazie anche al fondamentale aiuto dei loro genitori. Stiamo cercando di migliorarli anche dal punto di vista mentale. Spesso, nella loro grande sfortuna, credono che tutto gli sia dovuto. Qui cerchiamo di stimolarli, di farli lottare, li trattiamo senza favoritismi. Devono ottenere i risultati, sia fuori che dentro al campo, con il sudore. Cerchiamo quindi di abituarli alla vita, di dargli un’autonomia personale, di farli sviluppare nei rapporti interpersonali. Mi viene in mente, a proposito, il nostro Alessandro Cimino. Alessandrino è un bimbo che viene dalla Campania. Quando è arrivato nelle Volpi Rosse, tramite l’ospedale Meyer, era senza amici, non conosceva nessuno, era chiuso profondamente in se stesso. Adesso è un ragazzo rinato. Ha uno scopo nella vita, ha fatto tante conoscenze. Anche la sua neuropsichiatra ci ha confermato i grandi passi in avanti che ha compiuto in questi mesi, sia dal punto di vista mentale, che fisico. Per noi, questo è importantissimo, fondamentale”. Al PalaEverlast di Coverciano non gioca Carmelo Anthony dei New York Knicks. Non c’è Kobe Bryant dei Los Angeles Lakers. Non schiacciano né Kevin Garnett dei Boston Celtics, né Dwyane Wade dei Miami Heat. Ma scendono in campo le Volpi Rosse Menarini. Una squadra che quando c’è da fare un canestro per la vita, è più forte della Montepaschi Siena. 

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