”Nonostante siano trascorsi due anni dal trasferimento di tutti gli uffici giudiziari presso il Nuovo Palazzo di Giustizia sono, se possibile, peggiorate le condizioni nelle quali gli avvocati penalisti sono chiamati ad esercitare le prerogative e le attività necessarie al loro ruolo processuale”. E' questo, l'incipit della nota con cui la camera penale di Firenze spiega le motivazioni che inducono gli avvocati penalisti a sospendere le attività i prossimi 13, 14 e 15 gennaio.
”Protestiamo perché, come segnalato nella delibera della camera penale di Firenze, vi è stata una progressiva riduzione degli orari delle cancellerie e la soppressione dell’apertura pomeridiana al punto che, allo stato, il tempo effettivo di accesso alle diverse cancellerie del tribunale è di circa due ore e mezza/tre”.
Un tempo ristretto a cui si aggiunge anche un percorso irto di ostacoli: ”L’ottenere il rilascio di copia degli atti nelle varie cancellerie – si legge – è l’esito di una corsa ad ostacoli fatta di più accessi e quasi sempre gli avvocati sono costretti essi stessi a provvedere alle duplicazioni”.
”Nonostante i diversi protocolli e le intese raggiunte, unitamente al Consiglio dell’Ordine degli avvocati fiorentino, con i dirigenti degli uffici giudiziari, alle udienze di smistamento viene assegnato un numero di cause abnorme con duplicazione di tempi e di ruoli e, di fatto, è stata ripristinata la pratica del ‘camerone’ e cioè la deliberazione finale da parte dei Giudici per tutte le cause chiamate in quella udienza e non, come prevede il codice di rito, con la Camera di consiglio che deve seguire immediatamente alla discussione della singola causa”.
Non solo: "la cronica assenza degli Ufficiali giudiziari non consente di garantire, come prevede la legge, il ritiro dei testimoni durante la celebrazione del processo e la separazione tra coloro che hanno già reso testimonianza e coloro che la debbono rendere”. Un caos inestricabile e con profili inquietanti, quello descritto dagli avvocati penalisti.
”Il risultato – afferma ancora la Camera penale – è, comunque, quello di considerare gli avvocati come ‘utenti’ e non come un soggetto del processo al quale va garantito un servizio almeno dignitoso per consentire il concreto esercizio del diritto di difesa, cardine imprescindibile per la concreta realizzazione del giusto processo”.
Nei giorni dell’astensione si terranno iniziative di confronto con i capi degli uffici giudiziari, i magistrati, il personale delle diverse cancellerie e segreterie. Inoltre, il 13 gennaio 2014 alle ore 10.30 è convocata nei locali del Consiglio dell’Ordine di Firenze una conferenza stampa sulle ragioni della protesta.