Ucraina: prosegue in silenzio la missione del cardinale Zuppi

A fine conflitto è urgente il rilancio delle organizzazioni internazionali

Mentre le notizie dall’Ucraina preoccupano ogni giorno di più per le sofferenze inflitte a quella nazione e la vicenda del mancato rinnovo dell’accordo sul grano da parte russa colpisce tutta l’umanità ed in particolare le sue aree più deboli, ogni tentativo di riannodare un dialogo almeno sui temi umanitari è da incoraggiare e sostenere. In questo senso si deve assolutamente guardare alla missione del cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, significativamente scelto da Papa Francesco come suo personale messaggero presso i dirigenti dei paesi interessati al conflitto originato dall’aggressione della Russia all’Ucraina.

Va rilevato che il Cardinale Zuppi ha potuto essere ricevuto dal Presidente Usa Biden (due ore di colloquio) e da quello Ucraino Zelenski, anche se non ha potuto essere ricevuto da Putin bensì da un suo alto consigliere.

Un tempo il quadro in cui svolgere missioni di pace o comunque di iniziative umanitarie sarebbe stato l’Onu o fori come l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Ma abbiamo assistito al paradosso che, finita la guerra fredda, proprio questi organismi invece di guadagnare nuovo slancio hanno perso la loro incisività, con conseguenze estremamente negative su tanti aspetti delle criticità del nostro pianeta.

Iniziative come la missione del Cardinale Zuppi vanno quindi accolte molto positivamente, aldilà di quelli che possono essere i risultati che possano ottenere in una situazione così difficile. Del resto, è evidente che la missione di Matteo Zuppi debba essere svolta all’insegna della riservatezza. E’ stata annunciata un’ulteriore tappa a Pechino: la Cina non è direttamente coinvolta nella guerra in atto, ma la sua moral suasion nei confronti della Russia, più volte invocata, potrebbe essere molto importante.

Una volta che il conflitto dovesse essere terminato, bisognerà riflettere ed operare sul modo di rilanciare le organizzazioni internazionali. Il loro andamento dipende certamente del rapporto tra le superpotenze (Usa e Cina) e le altre nazioni più importanti, la Russia appunto, l’India, l’Unione Europea se riesce a rafforzare la sua voce comune in particolare dopo le cruciali elezioni europee del 2024, e magari l’Unione Africana, organizzazione giovane ma in sviluppo, recentemente  anch’essa impegnata in  una missione per il grano, per ora sfortunata.

Questo rilancio delle organizzazioni internazionali è necessario. Problemi planetari vanno affrontati con iniziative planetarie. E’ del resto questo lo spirito che anima i valori democratici nei rapporti interni e in quelli internazionali.

In fotoil fardinale Matteo Maria Zuppi

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