Prato – E’ lungo quattordici vagoni il treno speciale carico di aiuti umanitari destinati all’Ucraina partito nel pomeriggio dalla Toscana, dall’interporto di Prato. Si è mosso poco prima delle 18.20, sotto un cielo per metà grigio e carico di nubi e per l’altra metà azzurro e limpido. Arriverà all’alba di mercoledì (13 aprile) nella cittadina polacca di Sławków Południowy ed è, come sottolinea il presidente della Toscana Eugenio Giani, “il più grande convoglio fino ad oggi partito, che viene incontro e soccorre il grande slancio di solidarietà delle nostre comunità e che custodisce, all’interno, il cuore di tante gente”.
“Qui – ripete più volte, ringraziando volontari, cittadini ed associazioni e la Protezione civile, tutti coinvolti in questa straordinaria operazione – in questi vagoni c è il cuor grande della Toscana che ha risposto al grido di aiuto del popolo ucraino”.
Impiegherà tre giorni e mezzo ed oltre mille e trecento chilometri di strada ferrata il convoglio per arrivare in Polonia, passando attraverso Austria e Repubblica Ceca, dopodiché generi alimentari e medicinali prenderanno la via dell’Ucraina. Nel mezzo c’è la tappa stanotte a Verona, dove altro materiale distribuito su undici vagoni sarà caricato all’Hub nazionale del quadrante Europa e la sosta, da domani fino al 12 aprile, a Cervignano del Fruili, dove saranno agganciati ulterioi due vagoni. Alla fine saranno ventisette in tutto (quattordici toscani, tredici riservati alle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia) per cinquecento metri di lunghezza.
Un treno di più regioni. E non per un caso era presente oggi alla partenza da Prato, capitale per un giorno della solidarietà toscana, il capo del Dipartimento nazionale della Protezione Civile Fabrizio Curcio, che spiega il doppio lavoro che vede protagonista la sua struttura e l’intero paese: da un lato gli aiuti inviati all’estero e dall’altro l’accoglienza. Ricorda anche i numeri: cinque milioni di profughi fuggiti dall’Ucraina fino ad oggi, tredici milioni di sfollati all’interno. “L’Ucraina – conclude – soffre la mancanza di beni di prima necessità: perfino l’acqua. Siamo partiti dalle loro esigenze nel comporre questo convoglio”. “Un treno – aggiunge – che dimostra una grande capacità di lavoro di squadra, pubblico e privato insieme, in una regione importante come la Toscana che è punto di riferimento per la Protezione civile nazionale”.
“In Toscana in questo momento – ricorda Giani – ci sono 8280 ucraini profughi accolti, il 70 per cento ospitati in famiglia, il 43 per cento minori”.
Nei quattordici vagoni toscani ci sono farmaci (18 pallet di medicinali, acquistati grazie alle donazioni ricevute sul conto corrente della Regione dedicato all’Ucraina), prodotti alimentari generici a lunga conservazione (pasta, conserve, scatolame vario, biscotti), acqua (la maggioranza in bottigliette da mezzo litro ideali per i razionamenti, come richiesto da ambasciata ucraina), generi per igiene intima e personale, prodotti per bambini (alimenti specifici per neonati, pannolini, salviette), alimenti per animali domestici e coperte. Materiali per 500 tonnellate complessive, tutti decisi di concerto con l’ambasciata ucraina di Roma.
L’iniziativa è nata da un’idea e dalla disponibilità dell’interporto della Toscana Centrale, con sede a Prato, e Gruppo Fs italiane che hanno messo a disposizione il treno. La Regione Toscana, fin da subito, ha ritenuto importante l’iniziativa e ha messo a disposizione le sue competenze in materia. Per il tramite della Protezione civile regionale sono stati coinvolti anche il Dipartimento nazionale di Protezione vivile e l’Ambasciata ucraina a Roma che si sono attivati fin da subito per la migliore riuscita possibile dell’iniziativa.
Obiettivo primo permettere che il materiale spedito giunga celermente a destinazione e venga distribuito nelle giuste mani a sostegno del popolo ucraino. Grazie al Dipartimento nazionale, è stata attivata anche la collaborazione con il Comune di Verona e la Regione Veneto che gestiscono l’hub nazionale di raccolta di aiuti umanitari per l’Ucraina a Verona e la Regione Firuli Venezia Giulia che sta gestendo l’HUB di Palmanova. Proprio per questo il treno ha assunto un valore di rilievo nazionale, e la Regione Toscana (con tutte le sue componenti regionali e locali, istituzionali, produttive e del volontariato) darà il suo contributo all’interno del sistema nazionale di Protezione civile.