
Alla fine la minaccia di scomunica è arrivata. Nel momento stesso in cui il prete che guida la comunità agricola di Casalgrande Alto, 3 mila abitanti o giù di lì, don Claudio Crescimanno si autoproclama lefebvriano, si pone fuori dall’ortodossia cattolica (Lefebvre è stato scomunicato da Giovanni Paolo II nel 1998).
E così è stato da parte della diocesi reggiana che ha passato la patata ecclesialmente bollente nelle mani della Santa Sede, unica che può comminare l’anatema estremo. Fatto sta che quelli di Casalgrande Alto, seguaci del sacerdote suddetto che celebra solo in latino e diffonde oltre al verbo cristiano anche quello no-vax, non hanno voluto sentire i ripetuti richiami curiali.
Sarebbe comunque la prima volta che un’intera area della diocesi, seppur di dimensione assai modeste, divenisse un’enclave di scismatici ed eretici.