Ohibò, ma è lo stesso Matteo Sassi, portavoce della sinistra Pd (o meglio di quella parte che era nel Pci), che a metà dello scorso giugno, dalle stesse pagine del Carlino sciorinava dei “Delrio è bravo” oppure “Gazza ha nelle corde il campo largo”? Che bocciava le primarie a favore di un candidato unitario ? Perché il suo avatar, 4 mesi dopo e dallo stesso pulpito cartaceo, ora dice l’esatto contrario. Ovvero “si facciano subito le primarie” perché “il ciclo di Delrio è finito“.
Per chi segue fedelmente e tacitamente 7per24 (che ha mutato nome ma non sostanza) è un cerchio che si chiude. O meglio un gatto che si morde la coda o se preferite anche un circolo vizioso di cui la nostra testata, passo passo, ha cercato, pare con totale successo, di svelarne i retroscena od i cosiddetti linguaggi non verbali per accompagnare il proprio lettore nella decrittazione del politichese spesso ahinoi astruso assai. E fare quasi da garante, senza peraltro che nessuno lo richiedesse e probabilmente ne sentisse la necessità, del processo il più democratico possibile che portasse all’individuazione del candidato anticipando ciò che sarebbe accaduto. Non per particolari proprietà aruspicine, molto più semplicemente per l’utilizzo, senza altri fini, del ragionamento e della logica cartesiana.
Cosa si cela in sostanza dietro al dietrofront carlinesco di Sassi? Due elementi: uno micro ed uno macro diciamo così. Quello micro e del tutto evidente è che pure l’infettivologo Marco Massari, ultimo in ordine di apparizione, sia stato brutalmente scaricato nella fossa comune dei “candidati unitari” per la contraddizion che nol consente. Sedotto e abbandonato nella peggiore/migliore tradizione comunista. Quello macro invece, più carsico, è che la prossima amministrazione di centrosinistra (se sarà di centrosinistra) dovrà nascere e trovare equilibri differenti rispetto a quelli degli ultimi 20 anni, nei quali il patto ex sinistra Dc ed ex Pci aveva tenuto botta e piazzato gli uomini giusti nei posti che contano.
Alessio Mammi, assessore regionale ed sindaco di Scandiano, l’apripista di tutti i presunti “candidati unitari” aveva già fiutato l’aria che tirava a palazzo comunale a Reggio. Il suo “no” molto probabilmente è da legare al legittimo sospetto che sarebbe stato eventualmente un sindaco già mezzo commissariato e non gradito a tutti i maggiorenti d’area. Poi la scelta, nei frenetici giorni della Festa al Campovolo e della “consultazione dei mille”, nonostante le conferenze stampa indette per sviare i punti focali, da tempo era virata sul segretario provinciale Massimo Gazza (già sindaco di Boretto). In mezzo anche il tentativo di inciucino col reaparecido Claudio Guidetti (ex berlusconiano ed ex renziano, oggi calendiano) per dare una parvenza di maggiore “centrosità” all’eventuale coalizione che avrebbe comunque dovuto garantire il pattone ventennale di cui sopra. Tutto rigorosamente e minuziosamente descritto e spiegato dalla qui presente testata.
Ed ora? Ora non restano che le primarie, come appunto invoca il new deal sassiano (evidentemente spronato da chi di dovere) perché sono saltati tutti gli equilibri. Gli stessi, precarissimi, di cui 7per24 in questo caso un po’ Cassandra, aveva da subito messo in dubbio la tenuta. Primarie di coalizione cui si dovrà presentare l’assessore Lanfranco de Franco (contro la cui candidatura gli uomini del super-pattone ventennale hanno provato l’impossibile), da noi già definito fantozzianamente “il candidato naturale” essendo l’unico reale esponente di quell’area Schlein che, piaccia o no, ha vinto le primarie nazionali; quindi assai probabilmente qualcuno di area cattodem che goda di un discreto consenso popolare, quale l’assessora Annalisa Rabitti. Quindi, siamo nel campo delle pure ipotesi, uno di sinistra-sinistra, rappresentante di Rec o giù di lì. Molto difficilmente qualcuno dei 5stelle.
All’inizio fu il mantra del “candidato unitario”. Ma come tutte le nenie, per un po’ funzionano rintronandoti a dovere. Ma prima o poi la realtà bussa alla porta. Ed i simpatizzanti del partito con scheda e matita in mano si palesano alla sezione più vicina desiderosi di dire la loro. Ed in quel caso non c’è pre-accordone che tenga.