Tutti nell’arena, tema caldo sicurezza, più vigili e più attenzione al sociale

Feeling Schmidt-Saccardi, ma anche Marrazza-Masi. Però lei sceglie Palagi:: “Accomunati dal Negroni”

Firenze – Se il titolo è: dieci nell’arena e vai di applausi, allora chi ha vinto la corona è Francesca Marrazza. Ironica, graffiante, gran buonsenso, memoria lunga: la candidata sindaco di Firenze RiBella se la cava con un gran successo personale, strappa applausi alle tifoserie contrapposte, si diverte e fa divertire. E’ la regina di un grande spettacolo, uno show in diretta che trasforma la politica in chi l’azzecca meglio. divertente, coinvolgente, come fanno fede il tifo da stadio, le risate e i lazzi, anche i momenti di tensione cui la direttora della Nazione, Agnese Pini sfolgorante dai lustrini ai piedi e in bianco con riflessi argentei, tiene testa con freddezza e garbo (chapeu), mentre sugli spalti compaiono le bandiere della Palestina, viene intonato lo slogan “Free Palestine”, ma soprattutto , ed è questa la sorpresa, i fans di Saccardi e Funaro quasi si affrontano in duelli rusticani. Tant’è, passato lo spasso, il tifo, le urla, le tensioni, la grandeur della Nazione scatenata con una squadra di giornalisti alla diretta , il bilancio politico del giorno dopo è un po’ misero. colpa del format, un minuto per ciascun candidato, forse; del sistema, con repliche contingentate, chissà; del momento, siamo all’ultima corsa, probabile; tuttavia, di politica esce poco. Grande assente, la città alternativa. Esiste? Non esiste? Firenze incaprettata a scelte obbligate, già in avanzato stato di attuazione, o anche no, ma sotto la spada di Damocle delle penali se volesse cambiar rotta? Sullo sfondo, il leggero suono delle sirene delle forze dell’ordine che, stavolta, non sono alla caccia dei “soliti” spacciatori, accoltellatori, gang più o meno baby che funestano le notti e i giorni dei bravi cittadini, ma hanno fatto un salto di qualità e ci s’accorge che il crimine organizzato, come Calleri, il presidente della fondazione Caponnetto, si sgola da anni a dire, è qui fra noi, ha già acquisito posizioni e rendite nella città del giglio.

Che c’entra? Eppure c’entra, anche questo. E c’entra tanto, che la prima domanda che esce dal cilindro della Nazione è proprio quella sulla sicurezza. Un minuto per ciascuno dei magnifici 10, ovvero: Stefania Saccardi (IV, Psi, Libdem), Eike Schmidt (centrodestra e destra), Andrea Asciuti (Firenze Vera), Alessandro De Giuli (Firenze Rinasce), Cecilia Del Re (Firenze Democratica), Francesca Marrazza (Firenze RiBella), Dmitri j Palagi (Sinistra Progetto Comune, ovvero Rifondazione, Possibile e Potere al Popolo), Sara Funaro (centrosinistra, ovvero Pd, Sinistra Italiana +Europa, Azione, Europa Verde, Movimento Laburista, Volt e Movimento Centro, Mre), Lorenzo Masi (Cinque Stelle), Francesco Zini (Firenze Cambia).

Pronti, via. Passo indietro: per decidere l’ordine di avvio delle risposte, come nella migliore tradizione dello show nazional-popolare, a estrarre il nome è una bellissima bimba, si chiama Melissa, ha otto anni, e ha già capito tutto: da grande vuole fare la parrucchiera o la politica. Applausi da far tremare la location, ovvero l’auditoirium di Palazzo dei Congressi. e poi si parte. Sicurezza dunque, vai con Stefania Saccardi, segue Schmidt, poi tutti gli altri. sicurezza, altro che ognuno h la sua ricetta: si parte dal punto quasi comune di più agenti sul territorio, contestato dal solo Palagi, il candidato della sinistra (lista Firenze Progetto comune, Spc) , solo per far notare che tutto sommato si può anche creare un esercito di militari sul territorio, ma ciò non ha mai impedito il crescere del crimine, anzi (ricordo sommessamente che l’argomentazione fu usata da Cesare Beccaria sulla pena di morte ed è difficilmente contestabile) , mentre forse curare le cause, entrare nel vivo del disagio sociale, tenere vive aggregazione e operare dentro le sacche del disagio, potrebbe perlomeno allentare la stretta. Ecco la maledizione dell’un minuto, necessaria ma che obbliga allo spot. tornando alle ricette: Saccardi, la prima a rompere il ghiaccio, lancia : più agenti, più coordinamento, mezzi tencici migliori e più raffinati, come telecamere con visione notturna. Anche vigile di quartiere, più socialità e diversa gestione dell’immigrazione. Parole sagge, proposta applaudita, è la volta di Schmidt, che condivide e rilancia su meno vigili in ufficio, più presenza sulle strade. E interazione fra vigili e altre forze dell’ordine. Non sarà la prima volta che Eike il tedesco e Stefania la fiorentina si troveranno d’accordo. I coltelli e le coltellate delle ultime ore a Firenze balenano nella risposta di Francesco Zini, di —-, .che invoca fiducia e alleanza con le forze dell’ordine, De Giuli lancia la bomba in tribuna dedicando 30 secondi a Gaza, poi recuperando col tempo della replica e osservando che “chi persegue politiche europee restrittive per la sicurezza non può integrare le persone”. Per inciso, al suo appello di alzarsi in piedi per Gaza, buona parte del pubblico presente si alza, mentre sventolano le bandiere palestinesi. Asciuti rilancia il problema mai risolto delle migrazioni e invoca più agenti. Di logica di coordinamento, non sanzionatoria “e facendo squadra”, parla Cecilia Del Re per il contrasto alla microcriminalità, poiché la sicurezza “non si ottiene chiedendo le dimissioni del questore”. Sara Funaro sottolinea la carenza di agenti, e la butta ià: “Andrei subito al Viminale e starei lì finche non mi venga data risposta”. Ma anche rafforzamento del corpo di polizia municipale e vigili di quartiere sul territorio. Marrazza caustica: “Hanno già detto tutto – dice quando arriva il suo turno – ma non posso credere che lo dicano anche le candidate uscenti, dov’erano in questi anni? Propongo che alla fine dell’iniziativa, lasciati tutti, andiamo a farci un bel giro, sole, per far comprendere l’angoscia che prende quando la notte chi lavora deve andare a recuperare la macchina. soli”. Lorenzo Masi è fresco di notizia: ieri, alle Cascine, hanno svuotato la macchina con cui si era recato con alcuni dei suoi a iniziative elettorali. Ricetta? “Più personale, più presenza nei quartieri” e ricordarsi che il primo responsabile della sicurezza è il, sindaco. Infine Palagi, che sottolinea la responsabilità della politica, che “sceglie di non farsi carico di situazioni di marginalità”. e avverte: “Chi se la prende con i migranti e non con chi li sfrutta, conta anni luce di distanza da noi”.

Seconda domanda, commercio. Marrazza si scatena e si comincia ad affermare l’altro asse della serata, Masi-Marrazza. ovvero M5S e Firenze RiBella lista civica di comitati. Negozi storici, capacità (che non c’è stata) di cogliere il valore dell’artigianato a Firenze, polemiche su Gdo e spazi cittadini, qualche scaramuccia velata fra le ex compagne di banco Funaro e Del Re, Saccardi lancia un piano del commercio. Schmidt para con un ritorno sulle spaccate, artigianato tema forte per tutti, ma, dice Marrazza, “una volta che se ne sono andati dalla città, come farete a farli tornare?”. La questione rimane insoluta.

Turismo, casa, politiche abitative. Argomento sterminato, impossibile da affrontare in un minuto, alla ricerca della frase ad effetto che faccia scatenare gli applausi. C’è chi difende i piccoli proprietari che arrotondano la pensione o pagano il mutuo con gli affitti turistici, chi sottolinea che sono le grandi multinazionali ormai da ver comprato Firenze. Bagarre, urla e lazzi dal pubblico (1200 persone circa, schierate come hooligans sui propri beniamini), dialettica impossibile. Sul punto, alza la tensione la domanda di uno dei tre giornalisti-lettori la cui domanda è stata scelta (con gli altri due) dallo staff della Nazione (capitanato dalla caporedattrice Erika Pontini) per porla in arena, ovvero cosa ne pensano i candidati delle locazioni turistiche. Il domandante è pensionato, abita ll’Isolotto, e arrotonda la pensione con un appartamento in locazione breve. Funaro, ricorda l’assenza del governo sulle politiche abitative, e punta alla regolamentazione degli affitti. Saccardi se la prende con la norma “inutile” del blocco nel centro Unesco delle locazioni brevi , e aggiunge che è necessario distinguere fra singoli cittadini che affittano un alloggio e i grandi gruppi. E allora, che si fa? Asciuti contesta che in centro l’80% degli alloggi è dedicato agli affitti brevi, il punto politico è, chi ci ha fatto arrivare a questo punto, e parte una voce dal pubblico che ricorda “gli studentati”, punctum dolens per molti fiorentini.

E poi, si va avanti. Tramvia, stadio, tav, aeroporto. Posizioni note che si intrecciano. Poche polemiche a dire il vero. Più caldi i supporter che i politici. Palagi trova il modo di difendere la memoria di Lorenzo Bargellini, protagonista assoluto delle battaglie politiche per la casa e tirato malamente in ballo da Schmidt nei giorni scorsi, parte qualche contestazione dalla Destra, ma poi si procede oltre.

Da sottolineare la domanda, posta da Alessandro Orsetti, padre di Lorenzo Orso Tekoser caduto per la causa del Rojava in un agguato dell’Isis, che chiede a nome del Comitato No Nato cosa pensano di fare gli aspiranti sindaci per quanto riguarda la questione della caserma destinata a diventare un centro Nato, “con i rischi, al di là del fatto che Firenze sia città di pace, che tale insediamento comporta per l’intera area e per i cittadini che vi abitano. Una domanda insidiosa un po’ per tutti. Stefania Saccardi chiede trasparenza nelle decisioni e nei meccanismi, altri partecipazione della popolazione alle decisioni, pur tenendo conto che la Nato, cui già, come dice Funaro, è affidata la caserma, è notoriamente un po’ al di fuori delle logiche partecipative delle comunità territoriali. D’altro canto, dice ancora Funaro, “l’importante è che venga seguita la maggior trasparenza possibile sulle decisioni”.. Palagi è sicuro, no alla base Nato “né a Firenze né altrove”.

Degno di nota il finale, con la domanda apparentemente ironica, ma più politica di tutte, lanciata dal mattatore sul palco e fra il pubblico, il giornalista Emanuele Baldi: “Se andaste in vacanza, chi vi portereste?”, preludio, chissà , ad alleanze possibili al ballottaggio. e così, si gioca con l’ironia e la strategia. E allora, via al dire e non dire, al serio e faceto, alla possibilità che la battuta nasconda le trame: parte Lorenzo Masi, che cita Funaro, Saccardi e perché no, anche Schmidt, “col pullman però senza passare da Napoli”. Stefania Saccardi, possibilità larcghe: “All’Oktober Fest con Schmidt, in Brasile con Sara”. Palagi, signore e senza appelli: “In viaggio con noi chi perde al ballottaggio contro di noi, così si riprende”. Scmidt, sornione: “In montagna con Stefania Saccardi, al mare con Francesca Marrazza”. Il civico Zini si candida auna vacanza con Del Re. Del Re offre un ramoscello d’ulivo nonostante gli scambi anche duri con la candidata Funaro, e offre proprio a lei la vacanza insieme, ma non “con Lorenzo Masi, abituato al last minute, che non mi piace”. Ironia e segnali politici, tutto si mischia, la risposta di funaro a Del Re, “vengo, basta che non mi lasci sola sull’isola deserta”, e poi rilancia verso “Eike, ma solo dopo che sarò sindaca”. Marrazza idolo della folla: “Palagi, perché ci siamo scoperti entrambi innamorati del Negroni”. Ovazione. Asciuti preferisce star da solo, ma “se proprio devo”, il prescelto è Palagi, “per litigare su alcuni argomenti e confrontarsi e trattare su altri”. no a De Giuli, “perché si è comportato male negli ultimi mesi. De Giuli, infine, dichiara ” vacanza forse con Saccardi, che è la più distante dalle mie posizioni”.

Si conclude la serata con gli appelli al voto, ma ormai la tensione è calata. Si comincia a uscire. C’è chi ride e rilancia le battute che resteranno, come quella di Asciuti (in realtà ci sono stati fior fior di studi sulle monete concorrenti) che propone come valuta concorrente il fiorino, a cui è arrivata la richiesta chiara di un ragazzo fra le risate: “A quanto va il cambio euro-fiorino?”. Fuori la pioggia ha smesso di battere. Colgo uno scambio in un gruppo di cittadini che s’avvia alla tramvia: “Bello eh^ “Da schiantarsi”. “Ma che ne pensi?” “Te hai capito cosa faranno davvero?” . Silenzio. “Andiamo a casa, vai. E speriamo domani ci sia il sole”.

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