Firenze – “Avrà anche le chiavi della città, ma io non l’ho votato”. Bizzarra interpretazione fiorentina dei disagi creati al traffico del centro cittadino dalla troupe di Inferno e indirizzata al regista Ron Howard, colta al volo stamattina in via de’ Vecchietti, dove per un attimo tutto si è fermato per il passaggio (in realtà qualche strada più in là) della troupe che da qualche settimana sta mettendo Firenze nella vetrina del cinema internazionale.
A dire il vero segni di malumore si erano avuti già qualche giorno fa, ma a lamentarsi erano stati gli automobilisti, e si sa, si tratta di una categoria molto incline a mettere in mostra malumori per qualsiasi cosa intralci il fluire dell’andare. Tuttavia, finora la gente del centro, quella che va a piedi, per intendersi, a curare i propri affari frammista ai turisti, aveva mostrato comprensione e perché no, anche un pizzico di orgoglio al pensiero di una troupe straniera (e famosa) che mette Firenze sul palcoscenico internazionale.
E tuttavia, si dice anche a Firenze, “l’ospite dopo tre giorni puzza”. Come il pesce. E questa volta, la necessità di mettere tutta l’animazione cittadina anche se per pochi minuti sotto vetro, è stata segno di ironie e anche qualche arrabbiatura. “E sembra ci siano solo loro, ormai” sbotta la signora di mezza età che corre a un appuntamento per “sbrigare delle pratiche”. “O signora, si sa che la città è di chi la compra”, dice un altro, levando gli occhi dal giornale, fermo sul 6A che si ritrova a dover pazientare (pochi minuti, per la verità) sotto i segnali di robusti giovanotti che, insieme alla polizia municipale, fanno segno a tutti di stare calmi, buoni e fermi, di togliersi di lì, di spostarsi di là, facendo infuriare un signore con la pancetta che suda sotto il sole (per fortuna velato) e che deve andare nella banca di là dalla strada. E poi, alla fine, ecco, tutto passa, i giovanotti si spostano, i vigili pure, il 6A scorre, il signore ricomincia a leggere, tutti scappano. E la troupe? Non si è neanche vista.