Dopo l’annuncio del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e la netta presa di posizione del presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci (Deregulation commercio, "Non è la soluzione alla crisi"), si sono susseguiti numerosi interventi di politici toscani a favore della decisione del Governatore di presentare ricorso alla Corte Costituzionale sul tema delle liberalizzazioni, ed in particolare su quello dell’orario dei negozi. Tutti con Rossi, verrebbe da dire. . ''Nonostante le nostre posizioni spesso differiscano – ha spiegato il capogruppo del Gruppo Misto in Consiglio regionale, Dario Locci – in questa battaglia non possiamo che essere dalla parte di Rossi. Non possiamo permettere che il consumismo si mangi anche la nostra identità collettiva, le nostre abitudini e le tradizioni''. ''Oltretutto – ha aggiunto il consigliere regionale – quello al riposo è un diritto costituzionale come il diritto al lavoro''. ''Tenere aperti i negozi aperti ventiquattro ore su ventiquattro – ha dichiarato invece Marina Staccioli, anch’essa consigliere regionale del Gruppo Misto – è controproducente, va a danno esclusivamente delle attività a conduzione familiare, mentre favorisce inopinatamente la grande distribuzione. Sono felice che Rossi finalmente si sia accorto dell'importanza di tutelare le piccole e medie imprese''. Locci e Staccioli, dunque, si sono schierati con Enrico Rossi contro lo shopping non stop ed hanno concluso le loro dichiarazioni sostenendo che la deregolamentazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali non è la strada giusta per rilanciare la crescita. Con quella che Andrea Barducci definisce “deregulation”, ha detto invece Claudio Morganti (Lega Nord), ''si favorirebbero solo le grandi distribuzioni e questo significherebbe dare il colpo di grazia alle piccole imprese familiari e ai piccoli negozi di quartiere. Spetta alla Regione di riferimento decidere le aperture delle attività commerciali e con questa manovra si sta uccidendo i piccoli esercizi che sono di fondamentale importanza per le persone anziane, ma anche per l'economia dei piccoli paesi''. ''L'entrata in vigore della decisione del Governo sull'apertura libera dei negozi – ha sostenuto anche Tommaso Grassi, consigliere del Comune di Firenze per Sinistra e Cittadinanza – sarà sicuramente un tema di forte scontro come fu lo scorso anno la decisione di far rimanere aperti per il 1 maggio i negozi a Firenze, ma è anche necessario che il Consiglio ne discuta apertamente e preventivamente: non è una questione su cui il Sindaco può fare come vuole senza un indirizzo del Consiglio. Politicamente apprezziamo la posizione assunta dalla Giunta regionale che mira ad opporsi agli orari senza limiti e né vincoli per gli esercizi commerciali, attraverso un ricorso alla Corte costituzionale e a confermare le limitazioni previste dalla normativa della Regione Toscana''. A favore di quelle che, con termine spregiativo, sono state descritte come “liberalizzazioni selvagge”, invece, si è schierata l’Aduc – ''ll problema – afferma in un comunicato l’associazione dei consumatori – che, Corte Costituzionale o meno, rimane, è la considerazione che i nostri governanti regionali hanno del cittadino consumatore e imprenditore. Consumatori sono il 100% dei cittadini, che non possono che trarre vantaggi dalla liberalizzazione degli orari, in termini di costi al dettaglio e di qualità, dove quest'ultima sprigionerebbe i propri benefici non solo sulla gamma delle merci e sulle specializzazioni dei commercianti che le propongono, ma anche sulla vita urbana: negozi sempre aperti significa minori intasamenti urbani, meno problemi di parcheggio, minori consumi di carburanti, meno costi per i controlli di sicurezza''. ''Il processo di liberalizzazione del commercio – ha affermato, infine, il responsabile Economia e Lavoro del Partito Democratico toscano, Ivan Ferrucci – è di livello europeo, in questo quadro la Regione Toscana si è sempre adoperata per governare attivamente tale processo. Le modifiche apportate nelle settimane scorse al codice del commercio, e la scelta nell'ultima finanziaria regionale su questo specifico tema sono coerenti con tale impostazione''.
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