Tutino blu… svolta a sinistra per l’assessore: addio Pd

Nostra intervista inclusiva (nel senso che ha rilasciato dichiarazioni urbi et orbi) all’assessore Mirko Tutino che annuncia l’uscita dal Pd (forse assieme ad altri consiglieri) per una nuova formazione politica più vicina ai valori della sinistra. Ma che, per il nostro bene, non lascerà la giunta (come già Matteo Sassi) continuando ad appoggiare Vecchi dall’esterno

scissione-pd-satiraLa scissione, dopo l’assemblea del Pd di domenica, pare essere ormai nelle cose. Mentre a livello nazionale, il governatore della Toscana Enrico Rossi è pronto a restituire la tessera del Pd, a livello locale i suoi fedelissimi muovono i primi passi verso l’uscita dal Partito democratico. Per domani sera (ore 21, Chiostro della Ghiara), infatti, la consigliera regionale Silvia Prodi e l’assessore comunale Mirko Tutino – entrambi tra i fondatori di Democraticisocialisti, l’associazione di Enrico Rossi – hanno promosso un’assemblea pubblica. “Un momento – dicono loro – di dialogo e confronto sul futuro del centrosinistra, a Reggio Emilia e su scala nazionale”.

Assessore Tutino, la scissione ormai è nelle cose?

Mi pare difficile che il segretario riesca a ottenere un ricompattamento del partito. Non ci ha nemmeno provato, domenica. Per evitare di arrivare a questo punto, bastava accettare l’idea che il congresso si potesse fare dopo una campagna adesione nuova, per recuperare i delusi, sia sugli iscritti che sugli elettori; consentire una discussione sulle alleanze e sui programmi, a partire dai punti che hanno deluso milioni di elettori, e andare a un congresso serio…

Quindi?

Le valutazioni fatte da Epifani non sono state accolte. Se non ci saranno novità prima della direzione nazionale è molto probabile che il gruppo a nome del quale parlava Epifani possa decidere di andare fuori. Enrico Rossi ha detto d’essere pronto a restituire la tessera…

A chi andrebbe attribuita la colpa di un’eventuale scissione? Alla minoranza o ai renziani?

Quando si dice che è stato fatto tutto bene, che tutto quello che è avvenuto è colpa delle minoranze, che è da matti chiedere di fare un congresso in sei mesi che consenta di recuperare iscritti ed elettori perché, e non se ne capisce la ragione, si deve andare a una conta subito tra i pochi iscritti rimasti, di fatto si creano le condizioni per cui più che una parte del Pd a fare la scissione rispetto a Renzi, è Renzi che fa la scissione rispetto al resto del partito. Oggi è complesso ricomporre il quadro, però sono uno di quelli che spera fino all’ultimo. L’idea di rompere una storia iniziata dieci anni fa non mi piace.

Anche lei, come Rossi, è pronto a restituire la tessera?

satira-pd-primarie-candidatiQuella del 2017, se non altro perché siamo solo al secondo mese dell’anno, non l’ho ancora fatta. Non ho nulla da restituire. Sto continuando a versare il mio contributo da amministratore, a oggi mi ritengo aderente al partito. Vediamo quello che succederà in direzione. Con Silvia Prodi, ho scelto di non fare una valutazione da solo e poi di comunicarla, ma di riunire una platea ampia di persone, iscritte e non al Pd, che ci hanno seguito nell’esperienza di questi anni e fare una riflessione che da qui al fine settimana arriveremo anche a condividere con gli altri.

Dopo l’assemblea di domani sera prenderete la decisione a livello locale?

E’ la valutazione che stiamo facendo (nel pomeriggio Tutino ha ufficializzato la sua dipartita con un messaggio Facebook, in stile Renzi, ndr). Attenderemo la direzione nazionale, bisogna aspettare fino all’ultimo minuto utile.

A Reggio Emilia quali saranno le ripercussioni di un’eventuale scissione?

A Reggio ci sono le condizioni per cui il centrosinistra possa continuare ad esistere. In molti casi non saranno monocolori, potrebbero essere formazioni più composite.

Per dirla alla Veltroni, il rischio è di tornare al passato?

Non stiamo tornando indietro rispetto al Pd di Veltroni. Stiamo dicendo che il Pd di Renzi non è più quello di Veltroni. E’ Renzi che è tornato indietro.

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