Tra alberghi, ristoranti, gadget e biglietti dei musei, gli stranieri spendono lungo la via Emilia molto più che in passato: gli incassi nei primi sette mesi del 2017 si aggirano sul miliardo di euro, il 9,2% in più rispetto allo scorso anno, quando la spesa si era fermata a 970 milioni (e l’importo riguarda solo chi arriva dall’estero).
Il boom ha attirato l’attenzione di Bankitalia che ieri, presentando il suo report sull’economia regionale, ha messo l’accento sull’impatto dei flussi turistici. Tra gennaio e agosto c’è stata una crescita netta dei pernottamenti (+6,8%), sia nelle località della Riviera che sotto le Due Torri, anche grazie all’aeroporto Marconi. E questo apre scenari inediti, considerando i margini di crescita dei turisti stranieri, che oggi rappresentano solo il 25% dei visitatori.
Gli analisti della Banca d’Italia partono da qui per confermare il trend positivo dell’economia: “Il quadro è buono come non lo era mai stato nell’ultimo decennio. Non solo la regione si è messa la crisi alle spalle, ma non c’è più bisogno di mettersi il binocolo per vedere una crescita economica ormai vicina al 2%”. Ma con una differenza rispetto al recente passato: in una terra nota da sempre per packaging, motori, ceramica e moda prêt-à-porter, il turismo sta conquistando sempre più peso.
E la ripresta stavolta passa anche per i visitatori internazionali. Certo l’industria e la manifattura restano la locomotiva di testa del “treno Emilia” anche in questo primo semestre, in cui la produzione industriale è cresciuta del 2,8%, soprattutto nel campo della metalmeccanica (+4%). Il “buco nero” invece restano le costruzioni, mentre l’export sale del 6,4%, con picchi a doppia cifra nelle vendite verso l’Europa centro-orientale (+16,%) e la Russia (+21,3%).