Firenze – A tirare le fila del turismo estivo di luglio-agosto è Confesercenti Toscana, che in sintesi segnala fatturati in calo per ristoranti e servizi a luglio e agosto in Toscana, alberghi pieni. Segno inequivocabile della mutazione del turista tipo, che è diventato molto oculato e tende a spendere poco. È il quadro dipinto da Filippo Grassi, vice presidente nazionale e regionale Fiepet Confesercenti, in base alle impressioni per i mesi di luglio e agosto degli operatori toscani della categoria, iscritti a Confesercenti.
“Il caldo ha contribuito a non far girare i turisti – spiega Grassi – ma in generale quello di quest’estate è un turismo non troppo danaroso. Nelle strutture con piscina nel Chianti, in prossimità di Firenze o di Siena, ad esempio, i turisti non si sono mossi dalla piscina. I servizi sono in calo, da chi noleggia le biciclette, a chi propone esperienze in cantina con il vino. Gli unici che hanno retto sono gli alberghi, alloggi diffusi, ospitalità in generale, perché per un turista che arriva la prima cosa indispensabile è dormire. Il resto è tutto da vedere”.
I turisti quest’anno tendono a spendere in modo più oculato. In molti casi ad esempio è successo che abbiano preferito mangiare una volta al giorno, la sera, saltando direttamente il pranzo.
“Il turista c’è – spiega Grassi – ma il fatturato non c’è, questa purtroppo è la verità. In attesa che escano i dati ufficiali, sappiamo che è andata bene a chi vende bibite, ad esempio i bar nelle città d’arte, dove il caldo ha spinto la gente a bere per rinfrescarsi. Ma nei ristoranti le ordinazioni sono insalatine, contorni e poco altro. Che questo dipenda dal caldo torrido, dall’oculatezza dei turisti nello spendere o dai prezzi troppo alti, è presto per stabilirlo. Però, se dormire è necessario per un turista che viene da un’altra nazione, non è detto che poi consumi con tanta facilità”.
Sul fronte dei turisti italiani, secondo gli operatori, sulla costa c’è stato un calo. “Sull’Amiata e in Garfagnana, invece, i bar sono andati abbastanza bene ma il resto – spiega Grassi – non è andato così bene, con le persone che andavano a far la spesa per evitare di spendere nei ristoranti”.
Per settembre le aspettative sul ritorno dei turisti nordamericani sono alte. “Gli alberghi sembrerebbero abbastanza pieni ma, finché non li vediamo, non ci crediamo. È necessario – conclude Grassi – insistere nella promozione verso i Paesi che storicamente sono stati quelli con una capacità di spesa maggiore”.