Sono più di 12.000 i contratti che verranno attivati dalle imprese della provincia di Reggio Emilia nel trimestre febbraio-aprile 2019: oltre 3.700 nel mese che sta per concludersi, 4.200 in marzo e altrettanti in aprile.
Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno – secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia dei dati del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere-ANPAL con la collaborazione delle Camere di Commercio – le entrate stimate registrano un incremento dell’1,9%, grazie soprattutto ad un maggior numero di contratti che dovrebbero essere firmati in marzo e aprile. Per il mese di febbraio gli imprenditori intervistati hanno previsto una lieve flessione nei nuovi ingressi rispetto a quanto ipotizzato un anno fa.
Cresce, nel mese corrente, anche il numero di imprese private con dipendenti dell’industria e dei servizi reggiane che hanno espresso l’intenzione di assumere. L’incremento è da attribuire ad una maggior quota percentuale, rispetto allo stesso mese del 2018, di imprese dell’industria e delle costruzioni che prevedono nuovi ingressi: 18,1% contro il 16,1% dell’anno passato. Per i servizi la percentuale, invece, scende dal 16,2% al 15%.
In flessione anche la quota percentuale di nuovi ingressi nel terziario che scende al 54% dei contratti complessivi; il 40% (1.500 contratti) è destinato all’industria manifatturiera e alle public utilities (energia elettrica, gas, acqua, ambiente) e il rimanente 6% (più di 200 nuove entrate) al settore delle costruzioni.
Fra i principali settori che prevedono di effettuare il maggior numero di assunzioni nel mese che sta per concludersi, si trovano i servizi di alloggio-ristorazione e turistici (630 contratti), le industrie metalmeccaniche ed elettroniche (540), il commercio (380), le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (370) e i servizi alle persone (310).
Per molte di tali attività, la difficoltà a reperire i profili idonei da introdurre in azienda supera il 60% dei nuovi ingressi, come nel caso degli operai specializzati e conduttori di impianti e macchine o gli operatori dell’assistenza sociale, in istituzioni o domiciliari. La difficoltà degli imprenditori reggiani nel reperire le figure professionali cercate continua comunque a crescere e, nell’ultima indagine effettuata, ha raggiunto il 40,7% dei casi, percentuale ben superiore al 29% rilevato a livello nazionale. Tra le cause fondamentali indicate dalle aziende la principale è il ridotto numero di candidati (23,6%) a causa, ad esempio, di una forte richiesta di figure molto specifiche e di nuove professioni, oltre alla non adeguata competenza e qualificazione dei candidati (per il 14,4% delle assunzioni considerata di difficile reperimento).
Il 27% dei rapporti di lavoro che dovrebbero essere attivati entro il mese di febbraio si prevedono stabili, ovvero basati su un contratto a tempo indeterminato (21% dei casi) o di apprendistato, mentre nel 73% dei casi dovrebbe essere a termine, cioè a tempo determinato (37%) o con altri contratti con durata predefinita (somministrazione, collaborazione, ecc.).
Il 19% delle entrate, infine, dovrebbe essere destinato a profili high skill (ossia dirigenti, specialisti e tecnici), quota di due punti percentuali inferiore alla media nazionale (21%) e, per una quota pari al 30%, saranno destinate a giovani con meno di 30 anni.