Saranno oltre 12.900 i contratti che verranno attivati in provincia di Reggio Emilia fra dicembre di quest’anno e febbraio 2019. Nel mese che si sta per concludere dovrebbero essere di poco inferiori a 2.800, ma la quota più consistente – quasi 6.200 entrate, pari al 48% dei rapporti di lavoro del trimestre – dovrebbe riguardare il prossimo mese di gennaio.
Nel mese in corso, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia dei dati del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere-ANPAL con la collaborazione delle Camere di Commercio, saranno oltre 480 in più le opportunità di lavoro rispetto allo stesso mese dello scorso anno, a fronte di un calo di un punto percentuale della quota di imprese che prevedono nuovi ingressi di personale.
Dall’indagine sulle previsioni di assunzione delle imprese private con dipendenti dell’industria e dei servizi risulta che le entrate previste si concentreranno, in due casi su tre, nel settore dei servizi. Dei 1.710 contratti ipotizzati nel terziario, la filiera turistica (servizi turistici, alloggio e ristorazione) dovrebbe stipulare il 28% del totale degli ingressi nei servizi, seguita dal commercio con il 20,5%; i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio quelli operativi di supporto alle imprese e alle persone dovrebbero attivarne il 12,9% ognuno, mentre la quota dei servizi alle persone dovrebbe attestarsi all’11,7%; infine, i servizi informatici-telecomunicazioni e quelli avanzati di supporto alle imprese dovrebbero coprire, ciascuno, una quota del 5,8%.
Degli oltre 1.000 ingressi previsti nell’industria manifatturiera, comprese le costruzioni, la quota maggiore (29,2% del totale settore secondario) è destinata alle industrie meccaniche ed elettroniche, seguite dalle metallurgiche e dei prodotti in metallo (20,8%). Rappresentano invece il 12,3% le entrate nel settore edile mentre si collocano al 10,4% quelle delle industrie della trasformazione alimentare. Con percentuali di poco al di sotto del 10% si collocano i contratti nelle industrie chimico-farmaceutiche, della plastica e della gomma, nel tessile-abbigliamento e nel ceramico, solo per citare i principali.
Il 27% dei rapporti di lavoro che dovrebbero essere attivati entro il mese di dicembre si prevedono stabili, ovvero basati su un contratto a tempo indeterminato (21% dei casi) o di apprendistato, mentre nel 73% dei casi dovrebbe essere a termine, cioè a tempo determinato (34%) o con altri contratti con durata predefinita (somministrazione, collaborazione, ecc.).
Il 21% delle entrate, infine, dovrebbe essere destinato a profili high skill (ossia dirigenti, specialisti e tecnici), quota superiore alla media nazionale (20%) e, per una quota pari al 33%, saranno destinate a giovani con meno di 30 anni.