I rumors ci sono tutti, emessi o “emanati” dalla stampa che conta. Il più delle volte per trombare l’eventuale candidato sul nascere. Fatto sta che in queste ore, dopo la notizia che Giorgio Napolitano si dimetterà entro l’anno, hanno cominciato a circolare i nomi dei presidenziabili. E i papabili più numerosi vengono dalla provincia reggiana.
L’unico che potrebbe avere chances concrete è Romano Prodi che ha categoricamente smentito il suo interesse per il Quirinale. Ergo…In realtà la vicenda dei 101 franchi tiratori il Professorone di Scandiano, naturalizzato bolognese, non l’ha affatto digerita. E chi lo conosce bene, sa che se le lega al dito. Quindi potrebbe avere diverse possibilità. Non fosse che da più parti si invoca una figura in grado di piacere (più o meno) a tutti. E difficilmente, visto che è pur sempre stato l’antagonista principale di Berlusconi e l’uomo grazie al quale (o a causa del quale) siamo immersi nell’Euro fino al collo, potrebbero esserci forti resistenze.
Quasi impossibile ci sembra la designazione alla Presidenza della Repubblica di Graziano Delrio; sarebbe un’ascesa ancora più clamorosa di quella di Renzi. Nell’arco di alcuni anni da endocrinologo di provincia a Capo dello Stato sarebbe il massimo. Ma il processo di renzizzazione della Repubblica italiana diventerebbe clamoroso. Matteo Renzi Premier e Delrio Presidente rappresenterebbe una modifica della forma costituzionale: da Repubblica parlamentare a Diarchia rappresentativa.
Infine Pierluigi Castagnetti, il cui nome ogni tanto torna fuori quando non si sa cosa scrivere. L’ultima volta fu in occasione di un’improbabile candidatura a sindaco di Reggio. Oggi viene rispolverato per un ruolo decisamente più in alto. Lui ha detto di essersi ritirato dopo tanti anni di politica e come parlamentare, anche europeo. Ultimo segretario del Partito popolare, Castagnetti, potentissimo a Reggio, ha fatto tutta la trafila Doc: dalla Dc al Ppi, dalla Margherita al Pd. Ma i suoi contributi sono sempre stati più teorici che pratici; innumerevoli gli scritti su riviste specializzate, meno le proposte di legge che l’Italia possa ricordare. Considerato l’ultimo dossettiano Dop, è poco conosciuto al grande pubblico e non si sarebbe mai fatto dei grandi nemici. Difficile, e molto, che ci possa essere “un’ampia convergenza” sul suo nome. Ammesso e non concesso che sia realmente candidato.