Fosse un film, non potrebbe che intitolarsi “tre ettari di libertà”. E in fondo è proprio questo che sta avvenendo nel carcere di Reggio Emilia, dove la cooperativa sociale L’Ovile, in collaborazione con l’amministrazione penitenziaria ha avviato due progetti di lavoro per i detenuti che si sviluppano all’interno di un fabbricato destinato a laboratorio di falegnameria (con l’attiva partecipazione dell’azienda Fratelli Veroni fu Angelo s.p.a di Correggio) e su tre ettari di terreno coltivati a frumento e ortaggi. Entrambi i progetti sono sostenuti dal contributo della Fondaczione BNC (Banca Nazionale delle Comunicazioni) di Roma.
“Queste attività – sottolinea il presidente della cooperativa L’Ovile, Valerio Maramotti – rappresentano la naturale continuità di un impegno ventennale a fianco di carcerati ed ex carcerati, ed in particolare a favore di quelli detenuti negli ex Opg, che pochi anni fa ci ha portati a creare anche un Centro per la Giustizia Riparativa come strumento di possibile riconciliazione – che va al di là dell’esercizio della giustizia ordinaria – tra vittima e reo, grazie alla comprensione piena dell’effetto del reato e del senso della pena”.
“Il lavoro che entra in carcere – spiega Maramotti – è anch’esso uno strumento che non facilita soltanto il futuro reinserimento sociale ed occupazionale di chi sta scontando una pena, ma è prima di tutto il segno di un riscatto già iniziato, il ridare speranza e occasione d’impegno a chi, in questo modo, si sente ri-accolto come persona in ogni sua dimensione e, una volta uscito dal carcere, continuerà ad essere seguito sino alla piena autonomia e coscienza di sè e dei propri mezzi, abbattendo così anche i rischi di ricadute nel crimine”.
“Il sostegno assicurato dall’amministrazione comunale – sottolinea il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi – nasce proprio da questo insieme di obiettivi e di azioni che riguardano il lavoro, l’accompagnamento, le relazioni che si ristabiliscono con ciò che sta fuori dal carcere, creando e ricreando legami probabilmente inesistenti o troppo fragili nel momento in cui si è consumato un reato contro persone o patrimoni, beni individuali o collettivi: questo genera sicuramente una ricaduta umanamente importante e non meno importante in termini di inclusione e di sicurezza”.
Nel capannone concesso in comodato d’uso dall’amministrazione penitenziaria, i detenuti coinvolti svolgono lavori legati alle attività del salumificio Veroni; proprio grazie alla disponibilità della storica azienda correggese e all’accordo con L’Ovile, qui vengono ripristinati (puliti, riparati, rigenerati) i tavoli e altre attrezzature in legno che l’azienda utilizza normalmente per ambientare ed allestire le vendite in store che trovano spazio in supermercati ed ipermercati di tutta Italia.
“Un’attività – sottolinea il presidente Francesco Veroni – che con grande interesse e soddisfazione abbiamo inserito in questo progetto di lavoro in carcere, perchè rappresenta ed interpreta emblematicamente i principi di responsabilità sociale e di artigianalità, intesa come sintesi di valori, che trovano spazio e affermazione in ogni attività della nostra azienda”. “Contestualmente – prosegue Veroni – il carattere continuativo di questo lavoro si presta bene a sviluppare un progetto che include accompagnamento, formazione, professionalizzazione, cioè tutti gli elementi che potranno garantire la possibilità di un pieno reinserimento a quanti, oggi, stanno scontando una pena”.
“Il sostegno assicurato dall’amministrazione comunale – sottolinea il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi – nasce proprio da questo insieme di obiettivi e di azioni che riguardano il lavoro, l’accompagnamento, le relazioni che si ristabiliscono con ciò che sta fuori dal carcere, creando e ricreando legami probabilmente inesistenti o troppo fragili nel momento in cui si è consumato un reato contro persone o patrimoni, beni individuali o collettivi: questo genera sicuramente una ricaduta umanamente importante e non meno importante in termini di inclusione e di sicurezza”.
Nel capannone concesso in comodato d’uso dall’amministrazione penitenziaria, i detenuti coinvolti svolgono lavori legati alle attività del salumificio Veroni; proprio grazie alla disponibilità della storica azienda correggese e all’accordo con L’Ovile, qui vengono ripristinati (puliti, riparati, rigenerati) i tavoli e altre attrezzature in legno che l’azienda utilizza normalmente per ambientare ed allestire le vendite in store che trovano spazio in supermercati ed ipermercati di tutta Italia.
“Un’attività – sottolinea il presidente Francesco Veroni – che con grande interesse e soddisfazione abbiamo inserito in questo progetto di lavoro in carcere, perchè rappresenta ed interpreta emblematicamente i principi di responsabilità sociale e di artigianalità, intesa come sintesi di valori, che trovano spazio e affermazione in ogni attività della nostra azienda”. “Contestualmente – prosegue Veroni – il carattere continuativo di questo lavoro si presta bene a sviluppare un progetto che include accompagnamento, formazione, professionalizzazione, cioè tutti gli elementi che potranno garantire la possibilità di un pieno reinserimento a quanti, oggi, stanno scontando una pena”.