Il bubbone è scoppiato sul serio. Dopo mesi di polemiche sottotraccia, la bomba Act è scoppiata in mano alla maggiornaza in Consiglio provinciale. Il vulnus dei trasporti pubblici è emerso in tutta la sua gravita alla riapertura delle scuole, con qualche migliaio di studenti costretti a viaggiare in condizioni scandalose. Giovedì scorso la grana è finita sui banche del consiglio ed è stata bagarre. Durissimi gli interventi di Marcello Stecco (Pd) e Alberto Ferrigno (Prc).
Una settimana dopo la questione è tornata nell’aula di palazzo Allende. Con un ordine del giorno contrapposto a quello presentato dal Pd, Rifondazione Comunista con Ferrigno ha chiesto le dimissioni di tutti i vertici di Act e ha accusato il Pd di “difendere strenuamente le poltrone degli amici”. Durissimo l’atto di accusa contro i vertici dell’azienda del consigliere che ha chiamato anche in causa la presidente della provincia Sonia Masini e il sindaco Delrio.
Ma a fare ancora più rumore la la presa di posizione del consigliere del Pd Marcello Stecco, che si è visto respingere un ordine del giorno firmato insieme a Mario Poli dell’Udc in cui si chiedevano maggiori controlli sull’operato dell’azienda.
“In questi giorni – attacca Stecco – in diversi territori della nostra provincia, decine, forse centinaia di famiglie si stanno autorganizzando con le proprie autovetture private per portare nelle scuole superiori i propri figli e per andare a riprenderli. Non di rado questi ragazzi hanno l’abbonamento del trasporto pubblico in tasca. Succede anche a decine, forse centinaia di ragazzi, di voler entrare in un mezzo di trasporto pubblico che si ferma davanti a te, ma di non poterci entrare perché strapieno. Stiamo sempre parlando di Reggio Emilia”.
“E’ giusto – chiede il consigliere – che siano le famiglie a sostenere questo aggravio di costi economici? Per non parlare del caos che tutto ciò produce nelle famiglie che devono naturalmente conciliare questo “servizio aggiuntivo” con il lavoro e con le attività familiari. Per questo credo che le ragioni di quei cittadini che si stanno organizzando per essere risarciti del danno subito meritino comprensione e sostegno”. Domanda numero due: qual è il danno in termini economici che questo caos del trasporto pubblico produce… al trasporto pubblico? In termini di credibilità, ma più concretamente come dissuasore nell’utilizzo del trasporto pubblico. Ciò che colpisce è la mancanza di adeguata programmazione”.
Polemiche politiche a parte, resta il problema (che non è di oggi) di un trasporto pubblico sempre più inadeguato alle esigenze crescenti del territorio e di una azienda, l’Act, assediata dai debiti.