Nell’imminenza del referendum sulle concessioni delle piattaforme di trivellazione in mare, dalla Regione arrivano dati allarmanti sul settore trasporti in Emilia-Romagna. La percentuale di consumo da petrolio e affini si attesta infatti ancora al 94%, a fronte di un 5% di gas naturale e un 1% di energia elettrica.
Dati che non sorprendono se si considera che in regione utilizza l’auto per gli spostamenti quotidiani il 65% dei cittadini, soltanto l’8,3% si avvale del trasporto pubblico locale, il 12,9% si sposta a piedi, il 9% utilizza la bicicletta e il 4,6% la moto. I singoli spostamenti di lunghezza inferiore ai 10 chilometri costituiscono nel 2013 ancora oltre il 70% del totale.
“La mobilità sostenibile nel suo complesso è ancora minoritaria – afferma Raffaele Donini, assessore regionale alla Mobilità – per questo dobbiamo promuovere i piani urbani per la mobilità sostenibile, agganciarci ai finanziamenti europei per promuovere anche la mobilità elettrica e soprattutto, se pensiamo che la maggioranza degli spostamenti di cittadini dell’Emilia-Romagna avviene entro i 10 km, dobbiamo incrementare il trasporto pubblico locale, anche ferroviario, che deve diventare sempre più competitivo. Una sfida importante che coglieremo anche nel prossimo Prit 2025 (Piano regionale integrato dei trasporti, ndr) con interventi concreti”.
Da una parte l’Emilia-Romagna si contraddistingue per la buona dotazione infrastrutturale, che la colloca fra le prime tre regioni italiane. Tuttavia la viabilità ha un risvolto negativo, poiché favorisce un forte ricorso all’utilizzo dell’auto e del piccolo autotrasporto su gomma, come avviene del resto in tutta Italia con un parco privato di 3,6 milioni di veicoli.
Nel 2012 erano 2.740.922 le sole autovetture immatricolate in Emilia-Romagna (626,1 ogni mille abitanti) con un forte impatto a livello ambientale. Nel 2014 i veicoli elettrici erano in totale 1248 (333 autovetture e 915 autocarri).
A fronte di questi dati, il traffico su strada e il riscaldamento civile rappresentano le fonti principali di emissioni primarie di Pm10 (rispettivamente 34% e 40%), seguiti dai trasporti non stradali e dell’industria.
“Questi numeri impongono – aggiunge l’assessore alle Attività produttive Palma Costi – di rendere più sostenibile il settore della mobilità, favorendo il più possibile forme alternative di trasporto a basse emissioni. Gli interventi previsti, sostenuti in gran parte dai fondi europei, prevedono prioritariamente la diffusione di veicoli a basse emissioni con l’obiettivo del miglioramento della qualità dell’aria”.
Gli obiettivi principali consistono in un incremento di almeno il 10% del numero dei passeggeri che utilizzano il trasporto pubblico locale rispetto agli attuali 251 milioni e nella riduzione delle emissioni atmosferiche legate alle trasformazioni energetiche per le emissioni dei gas climalteranti e per gli inquinanti (Pm10, NOx e COV). Infine, in un potenziamento pari a circa l’8%, del parco veicolare del trasporto pubblico (oggi di poco superiore alle mille unità) utilizzabile solo per traffico di servizio pubblico nell’ambito delle aree urbane.
I programmi puntano anche ad un’evoluzione e a una diffusione più capillare del sistema di tariffazione integrata regionale Mi Muovo. La Regione prevede anche interventi sul materiale rotabile, integrati con interventi per le infrastrutture necessarie all’utilizzo dei mezzi a basso impatto ambientale.