Prato – Se la riapertura del Canale di Suez ha fatto tirare un sospiro di sollievo all’economia mondiale (da qui transita il 12% del commercio mondiale, e per la sola Italia gli scambi via mare attraverso Suez nel 2020 sono stati pari a 82,8 miliardi di euro, cioè il 40,1% del commercio marittimo complessivo del nostro Paese), non manca a tutt’oggi una forte preoccupazione per la congestione dei porti europei che si troveranno ad affrontare una coda di oltre 400 navi provenienti dal Canale egiziano.
Sulla centralità dei trasporti rispetto alle dinamiche industriali dice la sua Federico Albini, presidente della sezione trasporti e logistica di Confindustria Toscana Nord che manifesta le preoccupazioni dell’intera categoria: “Il fermento mondiale derivato da questa fase che speriamo sia giusto definire post covid ha spostato alcuni importanti fattori che davano stabilità: questo principalmente a causa della forte ripresa economica cinese e dalla carenza diffusa di container. Se dai porti cinesi partono infatti navi a pieno carico, le stesse non imbarcano altrettanto dai porti di approdo: la risposta degli armatori è quella di aumentare i prezzi di trasporto marittimo, che se non ripara il loro danno almeno per adesso lo limita. I costi dei noli marittimi sono insostenibili però per molte imprese, e colpiscono principalmente quei Paesi come l’Italia, fortemente orientati all’export“.
Inoltre il trasporto su gomma presenta diverse criticità che vanno dall’aumento generalizzato dei prezzi, alle infrastrutture carenti (che diventano esse stesse un costo, ad iniziare dalla rete autostradale),sino alla difficoltà nel reperire autisti a cui affidare la guida dei mezzi pesanti. Tenuto conto poi che i paesi dell’Est Europa impiegano oggi quegli autisti che per molti anni hanno lavorato presso le aziende italiane. Senza contare infine le difficoltà dovute alla Brexit che ha tenuto impegnati gli spedizionieri italiani con dispendio di energie e tempi.
Albini però sulla ripresa si mostra ottimista : “La normalizzazione ci sarà necessariamente anche per il nostro settore, e noi siamo pronti a fare la nostra parte perché questo avvenga il prima possibile. Confidiamo nello sviluppo del sistema intermodale di trasporti, che il nostro territorio, con i suoi poli logistici di Prato (Interporto) e Lucca (Frizzone) ha piena capacità di accogliere: deve però essere chiaro che quando il Paese riprenderà a correre, lo farà anche grazie a noi, ai nostri mezzi e alla nostra capacità organizzativa.”
E su ciò che potrà consentire al comparto dei trasporti perchè esso diventi protagonista del rilancio del Paese, Federico Albini, è perfettamente allineato con le richieste che di recente le associazioni datoriali hanno manifestato al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini.
“Se a livello nazionale le nostre rappresentanze hanno chiesto di essere incluse nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – afferma Albini – è perché siamo consapevoli di essere portatori di valori coerenti con il Piano stesso: infrastrutture, digitalizzazione, semplificazioni normative, politiche industriali a supporto di trasporti e logistica sono mega temi su cui il nostro settore è pronto a confrontarsi. Su questo tutti i colleghi della sezione trasporti e logistica di Confindustria Toscana Nord sono pronti a scommettere: ma mentre pensiamo a impostare su nuovi binari le nostre aziende, le stesse si trovano gravate da oneri antichi ( aumento generalizzato dei prezzi, viabilità carente, difficoltà a reperire autisti a cui affidare la guida dei mezzi pesanti) e problemi nuovi (aumento deicosti dei noli marittimi, divenuti insostenibili però per molte imprese, e che colpiscono principalmente quei Paesi come l’Italia, fortemente orientati all’export). Non del tutto risolto il problema della Brexit, che ha comportato aggravi burocratici capaci di tenere gli spedizionieri italiani con dispendio di energie e tempi”.
Non manca l’appello di Albini sui vaccini : “Vaccinate le persone, i nostri dipendenti, gli addetti del comparto; siamo ovviamente soggetti a spostamenti anche fra Paesi. Tutte le imprese della sezione si sono fin dall’inizio adoperate per mettere a punto i protocolli di sicurezza che garantissero il maggior livello possibile di sicurezza. Abbiamo sostenuto costi ed aggravi operativi; adesso è il momento di accelerare a più non posso la copertura vaccinale. Questo sarà motivo di sollievo anche per il sistema di trasporto urbano ed extraurbano stremato dall’epidemia e dai suoi effetti. Per contribuire alla diffusione della copertura vaccinale, anche alcune imprese della nostra sezione hanno aderito alla campagna di Confindustria Nazionale. Noi siamo pronti, per i cittadini e per le nostre maestranze. Lì sarà il vero punto di svolta”.