Prato –La Polizia Polizia provinciale ha messo a segno un altro colpo contro la cattura abusiva di uccelli selvatici con il sequestro di una trappola e 8 uccelli vivi (storni) la cui cattura è vietata. Il tempestivo intervento effettuato qualche giorno fa a Prato nella zona di Chiesanuova ha permesso di cogliere il responsabile sul fatto, all’interno di un terreno agricolo completamente recintato.
“La vigilanza degli agenti provinciali, soprattutto nelle zone periferiche meno controllate dalle altre forze dell’ordine, è indispensabile per contrastare illeciti ambientali e salvaguardare la tutela del patromonio faunistico del nostro territorio”, commenta con decisione il comandante della Polizia provinciale Michele Pellegrini. “La prevenzione e repressione degli illeciti in materia di caccia, pesca e ambiente richiede una presenza continua del personale di vigilanza. E soprattutto nelle zone periferiche ed extraurbane, dove le forze di Polizia impegnate in altre attività sono meno presenti, l’attività della Polizia provinciale è spesso l’unico presidio” conclude Pellegrini.
Ma torniamo all’intervento che, come si diceva, ha permesso di individuare una persona che aveva predisposto un impianto di cattura di uccelli (trappola) costruito artigianalmente. Il marchingegno è in sostanza una rete in ferro di circa 1,80 metri di lunghezza per 80 cm di larghezza, avvolta da un reticolato a maglie fitte e sorretta da un lato da un bastoncino di legno lungo 50 cm a sua volta legato ad una corda che si estendeva per circa 15 metri fino a una delle baracche di rimessaggio (la corda, completamente srotolata misura 27 metri) da dove veniva manualmente azionata. Sotto la rete, sul terreno, del pane che fungeva da esca.
Dagli accertamenti successivi venivano rinvenuti all’interno di una voliera posta nelle vicinanze della trappola 8 uccelli vivi (storni), appartenenti a specie vietate. La trappola abusiva e gli animali illegalmente catturati e detenuti sono stati posti sotto sequestro penale e la persona, risultata non cacciatore, denunciata alla Procura della Repubblica di Prato per esercizio di caccia in periodo di divieto generale, con mezzi vietati e per cattura e detenzione di specie selvatiche vietate, tutte sanzioni penali in riferimento alla Legge 157 del 1992 sulla caccia.
L’intervento è stato possibile grazie alla segnalazione delle Guardie Venatorie Volontarie della Federcaccia di Prato, che forniscono sempre un prezioso apporto in materia ittico-venatoria.