Transizione ecologica e Pnrr, la Toscana risponde con 145 progetti per oltre 400 milioni

Firenze – La Toscana risponde ai bandi emessi dal Ministero della transizione ecologica nell’ambito del Pnrr con 145 progetti per un valore complessivo di 407,8 milioni di euro.

“Si è trattato – commenta il presidente Eugenio Giani – di un ottimo lavoro condotto dai tre Ambiti territoriali ottimali e dai gestori del servizio di smaltimento dei rifiuti, che hanno mostrato una notevole capacità di programmazione e di progettazione, in grado di portare la Toscana a livelli sempre più avanzati in tema di raccolta differenziata e di trattamento dei rifiuti con tecnologie all’avanguardia e sempre meno impattanti sull’ambiente. I progetti presentati coprono in maniera puntuale tutte le aree della nostra regione, offrendo ai cittadini un servizio adeguato”.

Delle ombre tuttavia calano dallo scenario internazionale sulla Toscana e sostanzialmente si chiamano materie prime e crisi dell’energia. “Bisogna tener conto – dice Giani – che i progetti presentati oggi, che sono il frutto di mesi, faranno i conti con costi delle materie prime e dell’energia nettamente inferiore a quello che presenta il quadro attuale. La sensazione è che la cabina di regia, che sotto la sua supervisione la presidenza del consiglio a livello nazionale, valuterà i progetti, probabilmente sarà costretta a comprimere il numero dei progetti. Un lavoro che verrà fatto anche sulla base di quello che sarà lo sviluppo nelle prossime settimane della guerra e dei conseguneti contraccolpi. Comunque, sia, i tre miliardi e mezzo ci sono, riusciremo a fare meno cose di quante avremmo potuto fare, ma i tempi, i progetti, la scadenza, rimangono quelli. noi andremo nella nostra direzione. Sono convinto che questo vale per tutt’Italia”.

“Sarà importante – aggiunge Giani – un tavolo di concertazione fra il ministro competente e i presidenti delle regioni”.

Ad oggi, tuttavia, il presidente della Regione non vede un problema di risorse. “Oltre al Pnrr – spiega Giani – c’è la prospettiva dei fondi strutturali europei, saranno precisati a giugno, per la Toscana, per capire quanti ne abbiamo. C’è anche il fondo europeo per lo sviluppo regionale, che ci prospetta, da 2021 al 2026, un miliardo e duecentomila milioni. Perciò, chi non entra nel Pnrr si potrà inserire in questo contesto di cifre del Fesr. Inoltre, dove non si arriva con i fondi europei, lo Stato sta finanziando il fondo di coesione e sviluppo, che proviene da risorse nazionali e di cui abbiamo già avuto un anticipo, 108 milioni”. Difesa del suolo assetto idrogeologico, mitigaizone dell’erosione altre problematiche ambientali sono rientrate in questo fondo. e poi, ci sono anche fondi regionali. Iinsomm,a dice Giani, “più che un problema di risorse, ci può essere u problema di progetti”.

I bandi permettono di ottenere finanziamenti per la realizzazione nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti, per il miglioramento e la meccanizzazione della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, per l’ammodernamento e la realizzazione di nuovi impianti di trattamento o riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata e per l’ammodernamento e la realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento o riciclaggio per lo smaltimento di materiali assorbenti ad uso personale, di fanghi di acque reflue, di rifiuti di pelletteria e di rifiuti tessili.C’è poi una linea finanziaria riservata ai cosiddetti progetti ‘faro’ di economia circolare per ciò che riguarda la raccolta differenziata dei rifiuti elettronici, plastici e tessili.

“Abbiamo deciso di fare una cabina di regia con le autorità di ambito e insieme ai gestori per andare a fare, come Toscana, una proposta complessiva – spiega l’assessore regionale all’ambiente Monia Monni –  questi fondi Pnrr transitano dalle Ato, ma ci sembrava opportuno avere un punto di sintesi che desse una visione complessiva perché questi bandi rappresentano un passaggio findamentale anche per quella che sarà poi la redazione del piano dei rifiuti. I gestori insieme alle Ato, con il nostro coordinamento, hanno fatto in modo di presentare auna mole di progetti per oltre 400milioni di euro”.

Progetti non soltanto idee. “Come Toscana lo abbiamo svolto, questo enorme lavoro, nei tempi dati. Non ci è piaciuta molto la proroga che il governo ha dato per aitutare le Regioni ritardatarie. La nostra proposta è complessiva, darà una spinta fondamentale alla nostra Regione, ci consentirà di cambiare il modello di gestione dei rifiuti che avrà una logica molto più industriale, cercherà di vedere i rifiuti davero come risorsa e non come problema, alimentando filiere produttive nuove. Si punterà molto sul riciclo della materia, ed ha un focus parrticolarmente importante sugli impianti destinati a riciclare i rifuti organici che sono uno dei problemi principali della nostra Regione, basti pensare che oggi esportiamo 160mila tonnellate di organico fuori Regione. con gli impianti previsti e quelli in corso di realizzazione, la Toscana diventerà sostanzialmente autonoma”. Previsti dunque i già citati interventi anche per i progetti Faro, quelli che riguardano non la parte pubblica dei rifiuti,  ovvero quelli pericolosi, come gli scarti tessili o della pelle.

Anche il tema dei controlli, particolarmente importante per l’ondata di soldi che potrebbero arrivare (l’assessora: “confidiamo che gran parte dei progetti vengano finanziati) in un campo molto amato dalla criminalità organizzata come appunto quello dei rifiuti, viene toccato dall’assessora Monni. In sintesi, l’aggancio dei progetti al Pnrr comportetà procedure semplificate sì, ma i controlli rimarranno ben presenti. Ci sarà una parte del piano dedicata proprio alla questione dei controlli che dovrebbero sbarrare la strada ad eventuali e purtroppo reiterate in Toscana infiltrazioni mafiose.

“I controlli ci sono e restano – dice Monni  – ovviamente il Pnrr registra delle semplificazioni per velocizzare i procedimenti, ma proprio ai controlli è dedicato una parte del piano. Ci saranno anche controlli in seguito, proprio per controllare la rispondenza ai requisiti”. Intenzioni ottimali, il vero problema sarà la carenza di personale.

Nicola Perini, presidente di Confservizi Cispel Toscana, commenta“Grazie alle aziende che si sono impegnate in questi ultimi mesi in uno sforzo progettuale importante per presentare un pacchetto di proposte che speriamo venga finanziato, progetti ‘faro’ inclusi che da soli valgono altri 90 milioni dì euro. Tutti questi progetti insieme consentirebbero alla Toscana dì modernizzare le proprie infrastrutture del riciclo, superare i deficit impiantistici e diventare autosufficiente. Finalmente ci sono le condizioni per fare gli impianti che servono alla nostra regione per gestire i propri rifiuti nella logica dell’economia circolare”.

In ogni caso i nuovi impianti dovranno essere completati entro il 2026.

I progetti dell’Ato Centro
Per quanto riguarda l’Ato Centro si tratta, ad esempio, di realizzare due impianti nuovi. Il primo sarà un digestore anaerobico per il trattamento della frazione biologica dei rifiuti che costerà 28,5 milioni di euro e che entrerà in funzione in località Selvapiana nel comune di Rufina al posto dell’inceneritore, chiuso ormai da vari anni. L’altro selezionerà ulteriormente la carta e il cartone provenienti dalla raccolta differenziata. Costerà 12,5 milioni di euro e troverà posto alla periferia di Pistoia, in via Pratese, nell’area dell’attuale impianto Dano.

Tra i programmi c’è anche la realizzazione di 11 centri di raccolta per rifiuti ingombranti, la sostituzione dei vecchi contenitori per rifiuti con una nuova generazione di contenitori “intelligenti”, capaci di interfacciarsi con i cittadini. Le aree interessate da queste sostituzioni sono quelle della Piana fiorentina, Pistoia e la sua montagna, Montecatini, Pelago e Pontassieve. E’ poi di ben 2,5 milioni di euro la richiesta di speciali mezzi ecologici in grado di porsi come terminali mobili per la raccolta di particolari tipologie di rifiuti.

I progetti dell’Ato Costa
L’Ato Costa ha presentato 70 progetti per complessivi 193 milioni di euro. Si va da quelli per l’infrastrutturazione del territorio, ai centri di raccolta-riuso, alle compostiere di comunità, alla digestione anaerobica con la produzione di biometano, alla valorizzazione degli imballaggi, alla gestione dei materiali assorbenti e dei rifiuti tessili, oltre ai sistemi per lo spazzamento e la pulizia delle spiagge.

I progetti dell’Ato Sud
Tra quelli presentati dall’Ato Sud figurano 18 progetti che prevedono l’acquisto di contenitori ad accesso controllato per la tariffa puntuale per un investimento di 19,8 milioni di euro che riguarda vaste aree di tutte e tre le province, cioè Siena, Arezzo e Grosseto. Sono invece 6 i progetti finalizzati all’installazione di isole ecologiche interrate nei comuni di Anghiari, Monte Argentario, Follonica, Siena, Scarlino e Castiglione della Pescaia che hanno un costo totale di 6,6 milioni di euro. I 17 progetti per la realizzazione di 11 nuovi centri di raccolta e i 6 adeguamenti previsti di centri già esistenti comportano un investimento di 7,3 milioni di euro. Infine sono 7 i nuovi impianti, che hanno un valore di complessivi 100,6 milioni di euro. Si tratta di tre digestori anaerobici, una linea di trattamento di multimateriali, di un impianto di selezione di imballaggi cellulosici, di un separatore di vari materiali riciclabili e dell’ammodernamento di un impianto di compostaggio.

 

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