Trama da Agatha Christie nel secondo thriller di Giovanni Pecchioli

In Giallo Piatto di stagione torna Oscar pensionato con la passione degli enigmi

Il primo libro fa conoscere, il secondo conferma. Mutatis mutandis questa è una regola d’oro per scrittori, musicisti, artisti, insomma per tutti coloro che si danno alle attività creative. La regola vale anche per l’ultima fatica di Giovanni Pecchioli, ex imprenditore nel settore della ceramica, conosciuto anche per la versatilità e l’energia creativa che non esercitava solo nel suo mestiere (molto note per disegni e colori le sue piastrelle), ma anche nei diversi campi presidiati dalle Muse.

In quello delle lettere, nel 2015 Pecchioli pubblicò per Thedotcompany edizioni “Giallo Pallido in libreria”, che racconta la caccia al misterioso autore di un libro con la copertina di quel colore incerto che scatena conseguenze molto pericolose. Otto anni dopo ecco il secondo libro dal titolo ancora singolare ed evocativo “Giallo Piatto di stagione” sempre per Thedotcompany. Compaiono gli stessi personaggi del primo: Oscar, pensionato curioso e appassionato, risolutore di enigmi di ogni tipo (ma non quelli della Settimana enigmistica la cui frequentazione lo farebbe sentire troppo vecchio), l’arguta e intuitiva moglie Greta, il commissario Adami, ex compagno di scuola ed estimatore delle capacità investigative di Oscar, Sergio e Letizia amici convocati per dare una mano quanto meno come ascoltatori e implacabili recensori di teorie e ipotesi.

Non si tratta, però, di un sequel del primo, ma della seconda puntata di una ipotetica serie delle “inchieste di Oscar & company”, un gruppo di ex giovani che alimentano la loro amicizia cercando di decifrare l’animo umano, complicato spesso perverso, sempre meschino nel tentativo di dare una svolta alla propria vita attraverso omicidi efferati.

La prima domanda che si pone il lettore riguarda sicuramente la scelta del titolo. Se Giallo pallido si riferiva fisicamente alla copertina di uno strano libro “irregolare” negli scaffali di una libreria, Giallo piatto di  stagione, coglie l’atmosfera del contesto temporale (vedi anche il cervo che fissa il lettore con la sorpresa di chi scorge un oggetto alieno davanti a sé).  In ogni caso il racconto di due omicidi e della scoperta di chi li ha commessi è servito come un piatto ben ordinato con ingredienti autunnali (siamo in novembre), metafora di un thriller costruito con la maestria di uno chef che sa cucinare, equilibrare e integrare con la giusta decorazione la sua materia prima.

Se Giallo pallido aveva un andamento un po’ surreale, soprattutto nella prima parte, Giallo piatto (lo fa dire lo stesso autore ai suoi personaggi) è un racconto che più classico non si può. Alla Agatha Christie. Si svolge su un’isola, dove c’è solo una grande villa padronale, ci sono morti ammazzati e il cerchio dei possibili colpevoli è limitato. Il raggio d’azione dell’indagine infine è stretto in pochi chilometri fra il paese sul lago (Cavernate di Sotto, ma non esiste uno che sta sopra)  e l’ isoletta. Il più tipico pane per i denti di Hercule Poirot ed è con il nome dell’investigatore belga che, nei momenti di illuminazione, Greta chiama il marito, tanto per ironizzare sulla sua passione di ficcare il naso nei delitti con la complicità dell’amico Adami. 

Pecchioli ama esercitarsi con l’infinita varietà nella quale si declina questo genere popolare che mantiene intatto il suo appeal per i lettori di ogni età e cultura. Che l’autore mostra di maneggiare con maestria, soprattutto nella venerazione per i libri. In Giallo pallido erano protagonisti come categoria merceologica. Qui invece entrano direttamente nell’intreccio: letteratura e poesia, storia, ma anche matematica e fisica che si rivelano ancora una volta come passioni dell’autore.

Fra le pagine del romanzo ci si imbatte in una lettera (mai inviata) scritta da uno dei sospettati al fisico Carlo Rovelli, principe della divulgazione scientifica, eccone un passaggio: “Quanto serve consolarsi con gli incoraggiamenti degli autori di testi di divulgazione scientifica più generosi che si impegnano affinché non ci demoralizziamo e soprattutto a quale deriva ci abbandona l’avvicinarsi a questioni tanto essenziali quanto difficili da capire?”. I libri sono per gente inquieta e sensibile, ricercatori infaticabili alla caccia di senso in qualunque settore dello scibile e dell’esperienza umana, ci dice Pecchioli. Nella Villa Stucchi, teatro dei crimini, i libri sono solo copertine di cartone da arredamento.

Chi ha letto Giallo pallido entra in un mondo che già conosce e nel quale si sente a casa nello stile piano, familiare colto, diremmo, ispirato da una vena ironica che rivela il carattere dell’autore fiorentino di razza. Chi si imbatte per la prima volta nella scrittura di Pecchioli avrà la sorpresa di come si può costruire un pregevole prodotto con intelligenza e rispetto. Come un’offerta di amicizia.

Il libro di Giovanni Pecchioli Giallo piatto di stagione verrà presentato venerdì 1 marzo 2024 alle ore 18 presso la libreria Libraccio a Firenze via de’ Cerretani 16/R. Con l’autore dialogano i giornalisti di Thedotcultura Piero Meucci  e Stefania Valbonesi 

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