Parigi – Entro i prossimi 15-20 anni il traffico aereo sarà moltiplicato per due: da 1,5 miliardi di passeggeri del 2003 si é passati a 3,4 miliardi del 2014 e ci si attende a raggiungere i 6,7 miliardi nel 2032 e oltre i 16 nel 2050. Cifre da capogiro. Né il caro petrolio, né la crisi, né i timore di attentati dopo l’11 settembre hanno arrestato la progressione. Un aumento, legato all’emergenza di una classe media nei paesi emergent e dal successo delle low cost, che mette a dura prova un po`tutti, dai costruttori aerei alle compagnie, dagli aeroporti alla formazione di controllori di volo e du personale di bordo , a cominciare dai piloti . Secondo Boeing nei prossimi venti anni sarà necessario formare 498.000 piloti per far fronte al raddoppio della flotta mondiale. Per assorbire l’aumento dei passeggeri nei prossimi venti anni saranno necessari 37.000 nuovi apparecchi del valore di 5.200 miliardi (stime della Boeing).
Nel 2032, scrive nella sua inchiesta sul futuro del trasporto aereo il quotidiano francese « la Tribune » in occasione del convegno “Paris Air forum” la flotta mondiale supererà i 40.000 aerei, il doppio di quella attuale. L’esplosione del traffico aereo chiederà grandi sforzi a tutti: dai responsabili della navigazione aerea che già oggi devono garantire la sicurezza, con 52 aerei che decollano ogni 60 secondi, ai costruttori che dovranno aumentare le loro cadenze per consegnare nei tempi previsti gli ordini. Nei prossimi anni dovrebbero entrare nel mercato della costruzione mondiale , attualmente dominato da Boeing e Airbus, altri players sia cinesi che russi. E’ invece destinato a diminuire, secondo gli esperti, il numero delle compagnie aeree ( sono 232 secondo dati IATA).
Nonostante il dinamismo del settore hanno un rendimento scarso, proprio a causa della frammentazione, in contrasto con la situazione degli aeroporti o dei costruttori che sono per lo più a regime di monopolio o duopolio. Per migliorare i loro margini, molti puntano su un consolidamento del trasporto aereo mondiale, con « matrimoni’ tra compagnie di continenti diversi, come quello che Alitalia vorrebbe concretizzare con Etihad. In previsione della maxicrescita del traffico molti aeroporti hanno già cominciato lavori di ampliamento e di ristrutturazione, come quelli di Istanbul, Dubai o Singapore. La Cina, l’India e il Brasile progettano la costruzione o l’estensione di decine di aeroporti .
A mettersi in moto sono soprattutto i paesi emergenti mentre sui mercati « maturi » come quelli europei o nordamericani , dove non ci si attende a un aumento massiccio del traffico, progetti e lavori sono più rari. E gli aeroporti italiani cosa intendono (o possono ) fare per offrire le necessarie infrastrutture a un trasporto aereo in cosi` forte aumento? Il progetto di fusione delle società che gestiscono gli scali di Firenze e di Pisa per creare a un sistema aeroportuale toscano sarà in grado di dare una risposta adeguata alla sfida?