Valentina Barbieri
“Amico, questo Natale del Signore, voglio vederlo!” recitava Francesco d’Assisi nel lontano Natale del 1223.
Avere la natività sotto agli occhi è ancora oggi la speranza di ogni buon Natale. Ed ecco affollarsi in tutte le chiese e case reggiane come ogni anno presepi rari o riciclati, piccoli o maestosi. Basta andarne in cerca per scoprirli.
Si parte dal classico presepe della Ghiara realizzato dall’artista Pellegrino De Risi. Lo sfondo dietro l’arco è opera di Antonio Pigozzi, noto presepista di Gazzano, ed è ispirato ai borghi dell’appennino reggiano.
Presso la Galleria Parmeggiani, è invece in mostra fino all’ 8 gennaio il presepe della Madonna partoriente di Salvatore Carulli. Opera scenica tridimensionale che viene presentata dall’Associazione Amici del Presepe Napoletano del ‘700 ” Alfonso Carulli”. Fa parte di un trittico comprendente altri due lavori dello stesso autore: il presepe della “Vergine Nera” e il Presepe della “Madonna che allatta”, già allestiti nella Galleria Parmeggiani negli anni 2004, 2006, 2010. Si legge nella lettura d’opera che ” la Madonna distesa sul letto è rappresentata nella sua umanità, colta nel momento successivo al parto del Figlio. Salvatore Carulli recupera infatti il lato umano di Maria e ci mostra senza falsi pudori quello che accade da sempre alla nascita di ogni persona.” Il presepe è inoltre depositario di un segreto famigliare. “Le case raffigurate sono infatti state realizzate da Alfonso Carulli, padre dell’autore del presepe, negli anni precedenti il 1955 e sono state custodite e restaurare dal figlio”.
Il Museo dei Cappuccini quest’anno ospita fino al 2 febbraio “Ovunque tu sei“. La mostra propone una selezione di presepi provenienti dai Paesi delle missioni cappuccine e dal patrimonio del Polo Culturale dei Frati Cappuccini dell’Emilia-Romagna e presepi realizzati da scuole dell’infanzia ed elementari.
I presepi dei Cappuccini sono realizzati in ebano, olivo, cartapesta, latta, ceramica, vetro. Alcune opere risalgono al ‘7o0 e all’800, altre provengono da paesi africani e dalla Tanzania.
Le scuole dell’infanzia ed elementari di Reggio e provincia hanno, invece, realizzato appositamente per il Museo dei Cappuccini 25 presepi, utilizzando soprattutto materiali di riciclo, con tecniche miste. Tra i più suggestivi ve n’è uno ottenuto esclusivamente attraverso pezzi di carta bianca, un altro realizzato all’interno di scatole da scarpe. La natività racchiusa in un globo terrestre oppure costruita con sassi e cocci.
Tra gli elaborati più complessi proposti dalla Scuola San Vincenzo de’ Paoli c’è una lunga stella cometa che si snoda lungo un’intera parete di una delle sale dell’esposizione, accogliendo nella coda angeli, pastori, Re Magi e altre figure.L’allestimento è stato curato dall’architetto Nadia Calzolari, responsabile delle attività del Polo culturale dei Cappuccini di Reggio Emilia, e da Fr. Stefano Cavazzoni, direttore del Museo dei Cappuccini di Reggio Emilia.
Ma sono numerosi anche i presepi della Provincia. A Cavriago nella Chiesa di San Terenziano è stato allestito il consueto presepe. Costruito con materiali poveri come gesso e polistirolo, contiene però due sorprese. Le statue in primo piano che raffigurano la Mamma col Bambino e il Benino hanno circa un secolo. Inoltre a casa della signora Mirka Cilloni si può ammirare un presepe all’aperto di grandi dimensioni che risale agli anni ’60.
A Montecchio Emilia si può seguire fino al 8 gennaio il percorso promosso dalla Parrocchia di Villa Aiola, Circolo ANSPI, Pro Loco, Associazione culturale “La Barchessa” dal titolo Camminando tra i presepi, a Quattro Castella invece vi è il Sentiero dei Presepi fino al 22 gennaio e a Castelnovo né Monti Presepi del Mondo a Palazzo Ducale fino al 31 gennaio.
A Reggiolo è in corso fino al 10 gennaio la XXVII mostra di presepi artistici presso la rocca medievale, a San Martino in Rio fino al 8 gennaio la VII rassegna di presepi presso la rocca estense.