Tpl, nuova ricetta: concorrenza e ridefinizione costi standard

Firenze – “Trasporti Pubblici: La diritta via ritrovata”. Questo il titolo dell’11° convegno nazionale di Asstra, l’Associazione Nazionale delle Aziende di Trasporto Pubblico Locale, organizzato con il contributo di Confservizi Cispel Toscana, che vedrà riunite le aziende TPL di tutta Italia per rilanciare il loro ruolo e chiamarsi pronte ad accettare le sfide a livello nazionale e regionale, prima fra tutte – in Toscana – la gara regionale per il gestore unico del trasporto e il percorso di integrazione dei gestori pubblici e privati esistenti. Il convegno, che si terrà a Siena il 20 e 21 novembre, è stato presentato stamattina dal presidente di Asstra, Massimo Roncucci, e da Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana.

Salutato come una carta da giocarsi fino in fondo per il rilancio del TPL, il convegno sarà anche l’occasione per discutere dei piani dedicati dal Patto di Stabilità (che prevede un’iniezione nel settore di 500 milioni di euro), oltre che dell’apposita proposta di legge – in via di stesura – del viceministro ai Trasporti Riccardo Nencini. Stando ai dati del 2012, il comparto su gomma del TPL toscano conta 4300 dipendenti per un’utenza di 3,5 milioni di cittadini, con un valore di produzione di oltre 340 milioni di euro e 95 milioni di chilometri percorsi annualmente.

Dati importanti, cifre grosse, ma non sufficienti a scongiurare la posizione d’ombra su cui continua a vertere – soprattutto su scala nazionale – il settore. I dati europei ci vedono, tanto per cambiare, ben posizionati in coda alla rispondenza tra domanda dell’utenza e servizi offerti. Le cose non vanno meglio su costi e ricavi: se i primi sono più alti su scala continentale, servizi e ritorni economici si piazzano all’apice opposto, per non parlare dell’indice di gradimento del bus, a quanto pare ancora molto scoraggiante. Che gli italiani non riescano a rinunciare alla macchina è ormai cosa certa, ma molto, insomma, dipende anche dall’alternativa offerta dai bestioni della strada (i più vecchi, tra l’altro, in termini di età del mezzo, d’Europa) e dai prezzi del biglietto, a loro volta affezionati alle più vertiginose vette delle classifiche.

Del resto, quello del TPL non è certo un mondo che viva di tariffe. Se con queste si arriva a coprire circa il 30% dei costi di gestione, è infatti il contributo pubblico a dare la boccata d’ossigeno vitale. È su questo versante, e su quello normativo, che si concentreranno quindi gli sforzi maggiori del settore. Roncucci è netto: “L’obiettivo del convegno non è difendere lo status quo perché non si può più governare il settore dall’interno delle imprese. Queste, almeno, devono entrare in un’ottica diversa”. Le parole magiche sono concorrenza e definizione dei costi standard. Quanto alla prima, dichiara Roncucci, “la riforma dovrà incentivarne i meccanismi, e la gara – valida per i prossimi 9 anni, che si terrà proprio in Toscana – dovrà tenerne conto”.

Riguardo, poi, i costi standard, “troppo condizionati dalle velocità commerciali e dalle tipologie di bus”, una nuova definizione è concepita come essenziale per il superamento della spesa storica, la definizione delle compensazioni e la ripartizione dei contributi del fondo nazionale. “Serve poi a noi imprese – dichiara il presidente Asstra – per capire chi è più efficiente e chi meno”. Revisione, infine, della programmazione dei lotti di gara. “Auspichiamo lotti più piccoli, di più facile gestione. Questo non vuol dire negare il processo di integrazione delle imprese, ma legame veri e propri piani industriali. In Europa ci sono grossi player e lotti di dimensioni più piccole: il contrario di quello che avviene in Italia, con lotti grandi e piccole aziende”.

 

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