Firenze – Gara regionale del trasporto pubblico locale, il Consiglio di Stato fa piazza pulita di tutti gli appelli proposti da Mobit Scarl, e conferma le scelte della Regione Toscana : legittimo il lotto unico regionale, legittima la partecipazione di Ratp al cui gruppo fa capo Autolinee Toscane, legittima la richiesta della Regione, a tutti e due i concorrenti, di presentare un secondo Pef, il piano economico e finanziare, per superare i vizi iniziali messi in evidenza da un primo ricorso al Tar.
Tre punti. E ora, si apre la via alla Regione Toscana per la stipula del contratto di trasporto pubblico locale con “Autolinee toscane”, che si era aggiudicata la gara per tutta la Toscana. Ricordiamo che la gara ha valore di 3 miliardi di risorse pubbliche, di cui circa 400milioni sono di spettanza ai Comuni nell’arco degli 11 anni ai quali si aggiungono i proventi dei titoli di viaggio per un totale che si colloca un po’ oltre i 4 miliardi. Per quanto riguarda il privato, il valore è di 190 milioni di investimenti.
Ed ecco i punti della pronuncia del Consiglio di Stato, su cui Mobit Scarl aveva avanzato ricorso:
Il lotto unico regionale, vale a dire una gara per il trasporto locale in tutta la Toscana da assegnare in blocco – Era stato contestato da Mobit perché, a loro dire, solo una società strutturata avrebbe potuto partecipare ad un lotto unico, con una restrizione dunque alla concorrenza. E’ invece legittimo, spiegano i giudici, perché si tratta di una materia su cui la scelta della Regione è discrezionale e gli atti di gara sono comunque stati a suo tempo visionati dall’Autorità garante per la concorrenza di mercato che aveva segnalato solo alcune modifiche da apportare immediatamente recepite dalla Regione.
La partecipazione di Ratp – La sentenza del Consiglio di Stato chiarisce anche in via definitiva che è legittima in base al regolamento comunitario 1370 del 2007 la partecipazione di Ratp al cui gruppo fa capo Autolinee Toscane.
Il secondo piano economico finanziario (Pef) – Quanto alla richiesta della Regione, a tutti e due i concorrenti, di presentare un secondo Pef, il piano economico e finanziare, per superare i vizi iniziali messi in evidenza dal Tar e che i documenti di ambedue contenevano, anche su questo il Consiglio di Stato si è pronunciato positivamente. Dopo la sentenza del tribunale amministrativo, Mobit aveva chiesto di buttare all’aria l’intera gara. Ma i Pef, spiega il Consiglio di Stato, sono documenti giustificativi, che non alterano l’offerta economica: semplicemente spiegano perché sta in piedi. L’offerta rimane quella iniziale e dunque non c’era bisogno di bandire una nuova gara.
Se questo è il contenuto giuridico della sentenza, l’implicazione pratica e politica della decisione del consiglio di Stato darà molto significativa. Intanto, il governatore Enrico Rossi non ha dubbi: questa è una vittoria, si tratta di una sentenza chiarissima, “noi non abbiamo mai fatto il tifo per nessuno, abbiamo rispettato la legge e ci siamo adeguati alle sentenze, abbiamo insomma tenuto la barra dritta nell’interesse dei cittadini e dei lavoratori. La sentenza è chiara, respinge tutti i ricorsi dal primo all’ultimo. Speriamo che ora possa riprendere tutto l’iter, per quanto riguarda il cronoprogramma”.
“Il consiglio di Stato ci ha consegnato un vincitore, ed è il vincitore che era stato selezionato dalla commissione di gara della Regione – dice l’assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli – Questo ci consente di passare dagli anni difficili, direi terribili, dei tagli (nel 2011, tagliati dal governo di allora dal fondo nazionale di sostegno al trasporto pubblico 66 milioni, 92 milioni nel 2012). La Regione decise di confermare i servizi e andare avanti con una gara da cui si chiedeva maggiore qualità, investimenti, ecc. Dal rischio della compromissione del trasporto pubblico alla gara” .
Una gara che fornità 2100 mezzi nuovi, oltre ai 400 già messi in strada grazie agli investimenti attuati attraverso il contratto ponte, investimenti in nuove tecnologie, anche questi già avviati in virtù del contratto ponte, rafforzamento del livello informativo, del coordinamento del sistema fra ferro, gomma e bicicletta. Si passa da 12 consorzi e 26 imprese a un’unica società, che gestirà il Tpl, più piccole società su tratti che saranno messi in appalto, in particolare per quanto riguarda zone ad ora marginali. Un appello sul punto, di Rossi ai sindaci toscani, “a compiere un’ulteriore salto di qualità: la realizzazione di tante corsie riservate per gli autobus. Il tempo, per il trasporto pubblico, è la variabile chiave. Se saranno realizzate queste corsie si toglierà mobilità privata dal traffico cittadino, con tutti i benefici che ne deriveranno. Con un risparmio tangibile per i lavoratori, dato che l’utilizzo del trasporto pubblico al posto di quello privato può comportare un risparmio annuo pro-capite che si aggira sui 3-4 mila euro”.
La media dell’età dei vettori di trasporto sarà fra i sei e i sette anni, allineandosi in questo con i treni, che al 2024 grazie all’ultimo contratto che la Regione ha sottoscritto con Tenitalia, forse il contratto più avanzato d’Europa, arriveranno a vantare questo dato, che colloca la Toscana in linea con la media europea. Inoltre, si avrà la stabilizzazione del settore, con la garanzia occupazionale di tutti gli oltre 5mila lavoratori che operano nel servizio.
“Abbiamo subito attacchi pesantissimi, anche politici – ricorda l’assessore Ceccarelli – in cui venivano messi in discussione il percorso, la scelta, anni pesanti che abbiamo attraversato garantendo servizio e investimenti; anzi, il Tpl in Toscana è passato da 106 milioni di chilometri a 110, proprio in questi anni difficili”.
E sebbene ci si aspettino altri ricorsi sui singoli nuovi atti, intanto la sentenza del Consiglio di Stato “chiude la partita”, dice Rossi.
Soddisfazione da Autolinee Toscane: “E’ una sentenza che accogliamo positivamente – commenta Bruno Lombardi, presidente di Autolinee Toscane (AT) – e che, come tutte le sentenze, non si commentano ma si rispettano”. Il presidente Lombardi prosegue confermando “Il massimo impegno nel lavoro che abbiamo già avviato, e che da ora in avanti intensificheremo, per preparare al meglio e nel più breve tempo possibile, il subentro nella gestione del servizio”. Lombardi conclude rivolgendosi direttamente agli attuali gestori: “Mi auguro che da parte delle attuali aziende vi sia una positiva collaborazione nel fornire le necessarie informazioni in modo da favorire la continuità del servizio, ed evitare così disagi e difficoltà sia agli utenti, ai lavoratori del settore ed anche ad Autolinee Toscane”.
La prende male invece Il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (FdI) che, circa la pronuncia del Consiglio di Stato, commenta: “La pronuncia del Consiglio di Stato, che ha dato l’ok all’assegnazione ai francesi di Autolinee Toscane del trasporto pubblico regionale, mette fine ad uno dei capitoli più brutti della Regione Toscana. Ossia la svendita ai francesi di un altro servizio pubblico fondamentale -dichiara Paolo Marcheschi, Capogruppo regionale (Fdi)- Dopo la tramvia di Firenze i cui binari sono costati come l’oro, adesso la gara unica per il Tpl, che avrebbe dovuto garantire tutte le società toscane del trasporto pubblico, viene assegnata definitivamente ad una società francese. E così un altro servizio pubblico se ne va all’estero, i soldi dei toscani andranno nuovamente ad arricchire le casse dello Stato di Macron. Non ci sono vincitori ma soltanto perdenti: tutti i cittadini toscani”.