La mia vicinanza alle famiglie delle vittime della mafia è totale ed accorata, approfitto di questo momento per ribadire che le ingiustizie, di ogni sorta, compresa quella giudiziaria che mi vede mio malgrado ingiustamente coinvolto, sono e saranno sempre motivo mio di impegno politico. Da sempre mi batto per l’ordine pubblico e la sicurezza contro ogni forma di criminalità organizzata.
L’assenza di ieri, preannunciata a tutti i colleghi via e mail è stata causata da un impegno professionale inderogabile tenutosi a Vicenza, presso la sede della locale banca popolare, lo stesso era stato fissato in data lunedì 8 febbraio.
Per la delicatezza dei problemi legati al risparmio tradito di tante famiglie anche del nostro territorio provinciale e cittadino reggiano non ho potuto rinviare l’incontro per la complessità del tema trattato e per l’urgenza dello stesso.
Curandomi dei rapporti bancari da undici anni professionalmente non posso derogare a queste date fondamentali.
Ribadisco la mia vicinanza storica alle vittime della mafia, in primis voglio ricordare il giornalista siciliano Beppe Alfano. Aveva 47 anni, era un professore di educazione tecnica in una scuola media di un paese del catanese. Ha cominciato con le radio private alla fine degli anni ’70, a Messina, poi, negli anni ’80, con le televisioni locali. E’ stato corrispondente del quotidiano di Catania, la Sicilia. Politicamente, Beppe Alfano era un militante che veniva, come me, dalla destra e poi è approdato all’ Msi di Giorgio Almirante. Un giornalista e un politico tutto d’un pezzo, un uomo di destra, la stessa destra di Paolo Borsellino, per esempio, che ha idee precise sull’ordine, sulla legge e sullo stato, e su quelle non è mai sceso a compromessi.
La mia militanza politica è stata caratterizzata da queste battaglie condivise ed oggi in politica continuo a militare condividendo questi stessi valori.