Toscani, uno su tre vive solo

Muta il quadro demografico e sociale della Toscana che, al passo con l'intero Paese, scopre di essere sempre più sola: almeno 1 su 3 toscani vive solo. I dati di Coldiretti consentono di seguire da vicino quella che è una vera e propria rivoluzione non solo sociale ma anche culturale: nella nostra regione sono 501.550 le famiglie formate da un unico componente, 129.429 in più rispetto a 10 anni fa, con un aumento percentuale del 36,7%. L'analisi di Coldiretti si basa sull’ultimo censimento Istat sulla popolazione e famiglie nel nostro paese in occasione, come ricorda l'assocazione “della Festa di San Faustino, protettore dei single che si festeggia sabato 15 febbraio, il giorno dopo San Valentino”. A dire la verità crescono anche le famiglie “tradizionali” (+16,7%), ma si assiste a una contrazione del numero dei componenti, passati da 3,7  per nucleo famigliare agli attuali 2,33

L'aumento dei single è omogeneo per tutte le province toscane: boom a Prato e Grosseto, dove  le famiglie mononucleari sono aumentate del 50% e del 46%, mentre la provincia con il maggior numero di persone che vivono da sole per scelta o per necessità è Firenze con 142.138 mono-famiglie (+42%) seguita da Lucca con 52.429 (+42%) ePisa con 52.315 (45%). A seguire, secondo quanto comunicato da Coldiretti Toscana, ci sono Livorno con 51.108 (+45%), Arezzo con 42.010 (+44,5%),Siena con 37.780 (+43%), Grosseto con 35.603 (+46%) che con il 36% è anche la città con la più alta incidenza di famiglie unipersonali, Pistoia con 35.018 (41,5%). In coda Prato si collocano con 24.100 unità (ma aumento record +50%) e Massa Carrara con poco più di 29mila (+28%).

Il mutamento sociale e demografico della società toscana (a pari passo con quella nazionale) è  testimoniata dai dati riguardanti i motivi dell'aumento di famiglie formate da un solo componente: per la maggioranza si tratta di anziani rimasti soli. E se è vero che un single spende di più per vivere (per gli acquisti alimentari oltre il 60% in più rispetto alla media delle famiglie, secondo una analisi Coldiretti sulla base dei dati Istat) è proprio nella fascia degli anziani che si concentra anche il maggior disagio sociale. La riprova è nei dati offerti da Coldiretti Toscana: nel 2013, nella nostra regione, circa 20mila over 65 di età, il 13,5% del totale di indigenti, sono dovuti ricorrere ad aiuti alimentari facendo la fila davanti alle mense o alle associazioni caritatevoli o chiedendo in aiuto pacchi alimentari. Ma anche per chi non risente della crisi e non ha difficoltà economiche non è facile sopportare anzianità e solitudine, dal momento che è proprio quest'ultima la “malattia” più insidiosa. Tant'è vero che dall'analisi dell'associazione di categoria emerge che  il momento di fare la spesa, in particolare per le persone sole, è quello più importante per parlare e stringere rapporti all’interno della comunità. Un segnale di sfilacciamento del tessuto sociale toscano e italiano, che non conta più neppure sui tradizionali punti di socializzazione, dalla chiesa e altri centri spirituali, alla palestra, al classico “circolino”, alla scuola, magari per andare a prendere e portare i nipoti. E che, con la falcidia che la crisi ha operato nei confronti dei classici negozi di vicinato, rischia di perdere anche gli ultimi presidi. 

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