Toscani a Roma, ne arriva un altro

Firenze – Se procede la toscanizzazione del governo “politico”, di pari passo avanza quella del governo “tecnico”. Altro acquisto da Palazzo Vecchio alla corte romana: l’ultimo in ordine temporale è Elisabetta Cecchi, collocata in aspettativa con provvedimento dirigenziale n. 10886 esecutivo dal 28 ottobre scorso. Il collocamento in aspettativa decorre dal 24/11/2014 fino al termine del mandato politico del Governo. Infatti, Cecchi è stata assorbita nella macchina romana. A far cosa? Ecco qua: le è stato conferito incarico dirigenziale non generale presso l’Unità per la semplificazione e la Qualità della Regolamentazione, di cui al D.P.C.M. 12 giugno 2013, presso il ministero per la semplificazione “diretto” ora come ora, da Marianna Madia. Esperienza senz’altro molto formativa che “premia” una carriera sfolgorante: funzionario del comune, diventa poi direttore del personale ad interim, dopo essere stata posizione organizzativa (PO) per le relazioni sindacali. Attualmente si trovava a svolgere l’importante funzione di capogabinetto a Sesto Fiorentino, governo Biagiotti. Ma Cecchi è solo l’ultima dipendente che trova fortuna a Roma presso il premier. Prima di lei, parlando di personaggi noti, hanno preso il volo per Roma Antonella Manzione, nominata da Matteo Renzi direttore generale del Comune di Firenze, che, quando il leader del PD è diventato il nuovo inquilino di Palazzo Chigi ha ricevuto la nomina di capo dell’Ufficio legislativo, diventando figura chiave della pianta organica renziana “trapiantata” a Roma. Senza parlare di Luca Lotti, sempre restando fra i “famosi”, che da capo di gabinetto del sindaco Renzi salta a sottosegretario alla presidenza del Consiglio, vero “snodo” del potere renziano secondo molti. E Palumbo? Giovanni, già, capogabinetto della Provincia era Renzi. Ora investito del ruolo di capo della segreteria tecnica. Senza scordare lo storico “factotum” Franchino, Franco Bellacci.

Ma se questi sono più o meno numeri uno, nel senso che rappresentano gli snodi “tecnico-amministrativi” della macchina da guerra della struttura renziana, ce ne sono altri ancora, che completano l’installazione nel sistema politico italiano dello spoil – system anglosassone. Un esempio del perfezionamento progressivo della “macchina” fu la chiamata (del mese scorso, nell’ambito del decreto che aggiustò molti appartenenti al “giglio magico” che erano sì a Roma, ma ancora senza ruolo ufficiale) di Pilade Cantini, denominato “il risponditore” dal momento che balzò da Palazzo Vecchio a Palazzo Chigi nel ruolo di “risponditore” delle migliaia di mail che ogni giorno arrivano a matteo@governo.it. Con tanto di moglie al seguito, per l’ex-assessore di Rifondazione a San Miniato (Pisa): nel decreto fu prevista anche l’assunzione di Elena Ulivieri, moglie di Cantini, per il settore social network.

 

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