Toscani in vacanza: Deauville e Trouville, regno dell’eleganza

Deauville (Bassa Normandia) – La prima cosa che ti colpisce è l’ansia d’infinito dei cieli del nord,  quella luce  che sembra uscita da un quadro di Monet. Deauville e Trouville divennero città  balneari grazie all’intuito del duca di Morny, fratellastro di Napoleone III  che restò incantato dai paesaggi, dal grande golfo dalle spiagge  di sabbia e così  due villaggi di pescatori e di agricoltori divennero località alla moda. Come disse  Morny, costruiamo qui il regno dell’eleganza.

Deauville  ha ospitato personaggi famosi come Coco Chanel  che  vi aprì un negozio nel 1913  e  si ispirò all’abbigliamento dei marinai per  realizzare dei maglioni che  dettero una svolta di praticità all’abbigliamento femminile. Qui  nel 1966  fu ambientato il film cult Un uomo, una donna, di Claude Lelouch.  Celebri  i festival del cinema di Dauville  ma anche  i festival di musica, il Salon Livres&Musiques.

 

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Trouville separata da Deauville solo da un ponte ha un carattere  diverso:  qui il richiamo è a Dumas e a Flaubert  che vi soggiornò a lungo. C’è il porto dei pescherecci e, se giriamo per il centro, troviamo le storiche  dei pescatori  a colori vivaci.

Presso la spiaggia, invece, ville  suggestive per foggia, colori  e un elegante mix di stili da quello normanno a quello neo moresco. I ritmi non sono quelli frenetici delle spiagge mediterranee; tutto denota relax e invito alla quiete: ne è simbolo la lunga, ordinata, fila di gabbiani  che sul molo attendono i pescherecci. Da non perdere,  presso il porto, i banchi con una fantasmagorica esposizione di crostacei.

Sullo sfondo, Le Havre  sull’estremità orientale dell’ampio golfo. Tornano a mente  i versi di Guccini nella canzone   Amerigo e già sentiva in faccia l’ odore d’ olio e mare che fa Le Havre”.

 

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A Pont l’Eveque, patria di un celebre formaggio,  splendide tradizionali case a graticcio che ti immergono nella suggestiva atmosfera del Calvados (famosa l’omonima acquavite  di sidro). Le  boulangerie  fanno la gioia dei cultori del pane e di torte di mele.

Si dovrebbe parlare a lungo della Normandia dove spesso piove ma la pioggia non bagna, tanto è fine e intermittente; dei  piccoli centri  delle Calvados con le case normanne e le chiese gotiche, dei ricordi dei Vichingi, di   Giovanna d’Arco, di S.Teresa di Lisieux.

Un cartello stradale indica Villiers, un toponimo abbastanza diffuso, ma il pensiero mi corre subito George Villiers  il Duca di Buckingham dei Tre Moschettieri. Una semplice coincidenza ma il legame  tra Francia e Inghilterra qui è palpabile non tanto per le spiagge degli sbarchi dove  l’immaginario collettivo si concentra sugli americani, ma  piuttosto per  Guglielmo il Conquistatore  e  Riccardo Cuor di Leone. I due leopardi che qui  vediamo ovunque nello stemma della Normandia arrivarono in  Inghilterra come stemma della famiglia reale. Divennero poi tre e sono oggi chiamati leoni ma sono quelli che Guglielmo I nel 1099 portò oltre la Manica.

 

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