Firenze – I dati parlano chiaro: la Toscana, oltre a porsi ai primi posti per quanto riguarda gli incidenti fra le mura domestiche a livello nazionale, contempla anche, in quella quota, una percentuale elevatissima di anziani, oltre il 70%. Vale a dire, che non solo ci si fa male di più che nelle altre regioni d’Italia fra le mura domestiche ( (in compagnia di Sicilia, Lombardia e Veneto) bensì anche che i più esposti sono gli anziani.
D’altro canto, la Toscana è anche la regione dove gli ultra sessantacinquenni sono in percentuale maggiore rispetto al resto d’Italia: 24% della popolazione rispetto al 20% nazionale, secondo i dati Istat illustrati dalla Uil Pensionati, in un convegno che si tiene oggi, nell’ Auditorium del Consiglio regionale dal titolo “Sicurezza degli anziani negli ambienti di vita quotidiana”.
Dei pericoli che gli anziani corrono fra le mura di casa, Alberto Andreazzoli, segretario generale della Uil Pensionati Toscana, ne dà una sintetica lista: dagli impianti elettrici fatiscenti, alle barriere architettoniche che troppo spesso si risolvono in una sorta di “ingabbiamento” dell’anziano che lo costringe nei limiti della sua abitazione, fino alle pericolosissime miscele di medicinali “fai da te”, spesso rese necessarie dalla lentezza delle liste d’attesa, nonché dai costi, per molti anziani proibitivi, dei ticket.
Tornando agli incidenti domestici, gli ultimi dati Istat disponibili (2013) rivelano che in Toscana gli infortuni fra le mura di casa sono stati circa 240mila, di cui oltre il 70% hanno riguardato gli anziani. A essere colpite maggiormente (70,6% del totale) sono state le donne: 169.563; gli uomini sono stati invece 70.445. Nel periodo 2001/2012 in Toscana si sono registrati 1.928 decessi causati da incidenti tra le mura domestiche (una media di 161 incidenti all’anno): nell’82,7% hanno riguardato persone oltre i 70 anni.
Che in Toscana ci sia una media di popolazione anziana più alta rispetto al resto d’Italia non è una novità. In numeri significa che mentre nel resto d’Italia il 21% supera i 65 ani di età, in Toscana gli anziani rappresentano il 24,8% della popolazione (dati aggiornati al 2015). Di questi sono 629mila gli anziani che vivono in famiglia, mentre dichiarano di vivere da soli in 396mila. Meno noto è che quasi 1 su 4 (24%) rischia uno stato di isolamento sociale, cioè un grave deficit di relazioni con il mondo esterno; un dato, questo, in controtendenza rispetto al trend nazionale, fermo al 20%. Da precisare anche il fatto che il 47% degli anziani toscani non sono autosufficienti, a fronte del 51% a livello nazionale.
Per quanto riguarda la percezione sociale dello status di anziano, il 26% dei toscani ritiene che l’anziano possa essere una risorsa per la comunità. Nel resto del Paese questa percezione riguarda il 30% della popolazione. Così in Toscana solo il 26%, degli anziani partecipano ad attività socialmente utili, rispetto al 29% del resto d’Italia. Solo 7 anziani toscani su 10 dichiara di riuscire a soddisfare abbastanza agevolmente i bisogni primari (alimenti, Asl, uffici pubblici, farmacia, medico, ecc.). La quota che rimane è importante: un 30% di persone che per motivi legati all’età avanzata non riesce a curarsi adeguatamente, a comunicare con l’amministrazione pubblica, a provvedere al proprio sostentamento.
Da che parte cominciare per rendere la vita degli anziani dignitosa e non una sorta di lunga agonia solitaria e magari in povertà? il primo passo di un lungo percorso potrebbe essere proprio la riqualificazione delle abitazioni in cui risiedono gli anziani, con misure “salvavita” volte a migliorare gli standard di sicurezza ambientali. Se ne dichiara convinto l’Uilp toscano, che ribadisce il concetto sia per bocca del segretario Andreazzoli, che con Francesca Cantini, segretario generale della Uil toscana, Francesca Cantini, che aggiunge: “Si tratta del primo tassello di un percorso che deve riportare gli anziani a essere percepiti come una risorsa della società e non come un problema o, peggio, un intralcio. Purtroppo sempre più spesso “anziano” significa ‘solitudine’. È per questo motivo che ogni iniziativa promossa in questo senso ha e avrà il sostegno convinto di tutta la Uil Toscana. Serve una grande alleanza tra sindacati, istituzioni, mondo delle associazioni per interventi mirati verso le categorie deboli”.